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85, bastano per tornare a discuterne?

Forse il giornalismo – quello che si promette di raccontare il suo tempo – oltre a sfrucugliare nel sacchetto dell’umido per darci in pasto i particolari macabri dalla bocca di Filippo Turetta potrebbe dirci dello squarcio nei figli di Eleonora Toci. Loro ieri hanno dovuto mostrare alla zia il cadavere della madre strangolata dal padre, con il telefono in mano. 

Oppure potrebbero concentrarsi sullo strazio di Maria Arcangela Turturo, 60 anni, che quattro giorni fa ha usato gli ultimi respiri per raccontare a sua figlia di essere stata bruciata e poi soffocata dal marito Giuseppe Lacarpia, 65 anni lì belli in mostra a smentire il testosterone come movente. 

Cinque giorni fa è stata ammazzata Letizia Girolami, 72 anni, trovata morta in un casolare spettrale. È stata uccisa dall’ex compagno della figlia, un altro uomo incapace di fare i conti con la fine di una relazione. 

Il 26 settembre il corpo senza vita di Maria Campai, 42 anni, è stato trovato a Viadana, un comune della provincia di Mantova.‍ Il ragazzo che l’ha uccisa si è lamentato per una prestazione sessuale che non valeva i soldi pattuiti. Quello stesso giorno a Tarzo, nei pressi di Treviso, è stata ammazzata Cesira Bianchet. 

Due ammazzate anche il giorno prima, il 25 settembre, Giusi e Martina Massetti erano madre e figlia. Roberto Gleboni, 52 anni, ha sparato a tutti i membri della sua famiglia prima di uccidersi. Morto anche il figlio Francesco e un vicino di casa. 

Tra il 22 e il 24 settembre ne sono state ammazzate tre: Loretta Levrini, Antonella Lopez e Rosa Nabi. Sono 85 donne uccise dall’inizio dell’anno, secondo il Viminale 65 sono femminicidi. Bastano per tornare a discuterne?

Buon giovedì. 

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