Le lettere tra Formigoni e Don Verzè sono piene di informazioni utili a capire una rete di relazioni. “Caro Roberto – scrive Don Luigi – come ti affermai anche quest’anno chiudiamo con un passivo di 35 miliardi (di lire) non costringermi a provvedimenti traumatici le cui conseguenze lascio alla tua immaginazione”. La risposta di Formigoni non si fa attendere: “Carissimo don Luigi, ritengo il tuo giudizio… un po’ ingeneroso…”. Segue l’elenco dei favori fatti dalla Regione all’ospedale milanese: accreditamente non regolare di posti letto con il servizio sanitario, rimborsi discutibili, norme e regoamenti convezionati “artorialmente” per fare guadagnare di più il San Raffaele. Ma torniamo al virgolettato, che si riferisce al lotto IV del San Raffaele dedicato alle malattie cardiache: “L’Istituto, pur non autorizzato, ha esercitato attività sanitaria in regime di accreditamente e di solvenza(…) Abitualmente in questi casi, prima si dispone l’interruzione delle attività e poi eventualmente si attiva l’iter per il rilascio dell’autorizzazione”. E ancora: “Nella fase di accreditamento di Ville Turro si è consentita la trasformazione di posti letto di psichiatria in riabilitazione.. per ottimizzare la fatturazione delle prestazioni rese… La tariffa è più remunerativa”. Ultima frase di Formigoni: “E’ stato un susseguirsi di tentativi di trovare soluzioni a problemi, ovviamente nel rispetto delle leggi”. Ovviamente. In commissione d’inchiesta ci sarà da divertirsi.