Il bravo (e curioso) Stefano Catone (a proposito: leggetevi il suo libro Nessun Paese è un’isola) è andato a ripescare il rapporto 2016 sull’immigrazione in Lombardia scoprendo che la retorica leghista è contraddetta proprio in terra di Lega:
«Da alcuni anni la dinamica dei flussi migratori dall’estero sembra essersi decisamente affievolita. I dati statistici ufficiali di fonte Istat indicano per il 2015 un aumento della popolazione straniera residente in Italia che è “solo” di 12mila unità, mentre l’equivalente dato lombardo evidenzia persino un calo di 3mila residenti.
È pur vero che i numeri della crescita (o della decrescita) andrebbero rivisti anche alla luce sia del forte aumento di acquisizioni di cittadinanza – 178mila in Italia e 46mila in Lombardia – sia del movimento naturale; tuttavia, sembra innegabile che nella realtà migratoria del nostro tempo si stia progressivamente avviando un nuovo corso: se infatti fino agli anni della crisi era il saldo migratorio dall’estero a spingere la crescita della popolazione straniera presente in Lombardia e il contributo netto del saldo naturale trovava quasi del tutto compensazione nelle “perdite” per passaggio alla cittadinanza italiana, nel secondo decennio del secolo il flusso netto dall’estero si è progressivamente contratto, al punto da non compensare, come è accaduto nel 2015, le stesse acquisizioni di cittadinanza.
È dunque in atto una stagione che mentre da un lato evidenzia un freno all’attrattività “tradizionale” per via delle persistenti difficoltà di ordine economicooccupazionali, senza per altro impedire ulteriori progressi nei percorsi di integrazione di chi è da tempo presente (e la crescita delle acquisizioni di cittadinanza lo dimostra chiaramente), dall’altro vive gli effetti della forte pressione prodotta dai flussi “straordinari” legati al consistente aumento degli sbarchi e al fenomeno dei richiedenti asilo, con la loro imprevedibilità e problematicità.»
Eccolo qui:
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