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Un po’ di fondotinta sui decreti sicurezza

Il tema non è tanto essere d’accordo o meno con i decreti sicurezza. Il Movimento 5 Stelle non riesce a non amarli, ed è legittimo, e il Partito democratico a parole dice di essere contrario anche se non fa nulla più delle semplici parole. Il tema è che il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico governino insieme con questo dissidio di fondo che dimostra proprio una diversità culturale e una diversa visione del mondo e intanto si ostinano a rivenderci Giuseppe Conte come il grande mediatore di una mediazione che non media nulla ma appiattisce tutto. Tutto.

Se non riescono a mettersi d’accordo sulle multe alle Ong (qualcuno mi dovrebbe spiegare che senso abbia ridurle: o si è a favore o si è contro, niente minestre riscaldate) e se addirittura non si trova l’accordo per la reintroduzione dei permessi umanitari (che è la sostanziale vigliaccata operata da Salvini) allora cosa ci dicono che nelle riunioni c’è stato un clima positivo? Ma dicono davvero?

E che la Lamorgese sia diventata improvvisamente un idolo delle folle solo perché non twitta ciò che mangia a pranzo e cena possiamo dirlo una volta per tutte che sia un po’ pochino come merito politico?

Ora proveranno a mettere un po’ di fondotinta ai decreti sicurezza e tenteranno di rivenderceli come nuovi. E molti fingeranno che vada bene così in nome del governo che deve continuare anche se ha smesso di governare.

E si fingerà che tutto va ben.

Però è difficile, così. No?

Buon mercoledì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.