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Come sono i programmi dei partiti politici che si presentano alle prossime elezioni sulle riforme per la comunità LGBTQIA+? Pd, +Europa, Sinistra Verdi, Movimento 5 Stelle e Unione Popolare hanno nel proprio programma la proposta di matrimonio egualitario tra coppie omosessuale che superi le attuali unioni civili.
Contrario ovviamente il centrodestra (e Italexit di Paragone) ma spicca la contrarietà di Renzi e Calenda (eppure è proprio Renzi a rivendicare di “avere fatto per le coppie gay più di ogni altro”) e quella della coalizione di Di Maio e Tabacci.
Solo M5S, Sinistra Verdi e +Europa concordano nell’educazione sessuale e affettive nelle scuole
Solo M5S, Sinistra Verdi e +Europa concordano nell’educazione sessuale e affettive nelle scuole. Tutti gli altri, Pd e Unione Popolare compresi, temono evidentemente la propaganda (falsa) che in questi anni si è fatta sull’inesistente “teoria gender”.
Solo M5S, + Europa e Sinistra Verdi nel proprio programma hanno inserito l’omogenitorialità, tema che in questi ultimi giorni è stato sollevato da Giorgia Meloni in risposta a un padre gay. Unione Popolare, +Europa e Sinistra Verdi hanno inserito nel proprio programma elettorale l’impegno a riformare la legge 164 del 1982 per l’identità di genere.
Sul Ddl Zan hanno preso posizione Pd, M5S, +Europa, Sinistra Verdi, Unione Popolare e perfino Renzi e Calenda dichiarandosi disponibili a votarlo nella prossima legislatura. Mentre solo Sinistra Verdi ha pensato a una legge per il divieto alle teorie riparative. Sulla tutela dei diritti intersex si sono espressi +Europa e Sinistra Verdi.
Contro i matrimoni gay Renzi e Calenda giocano con i sovranisti
Secondo un’analisi del sito gay.it è la coalizione di Fratoianni e Bonelli (e Possibile) che nel proprio programma ha compreso un maggior ventaglio di diritti, seguita da +Europa, Unione Popolare, Movimento Cinque Stelle e solo per la legge contro l’omotransfobia il cosiddetto terzo polo di Renzi e Calenda.
Poi ci sono i numeri della realtà, con la coalizione di centrodestra che ha espresso invece sempre una forte contrarietà a qualsiasi allargamento dei diritti. Nella comunità LGBTQIA+ sono in molti a temere che si possa assistere alla compressione di quelli già esistenti se non addirittura alla cancellazione.
Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che su questi temi non nascondono la loro vicinanza con l’oscurantismo di Viktor Orbán, potrebbe riservare pessime sorprese.
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