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Romanzo Viminale, quello di Piantedosi ormai è il dicastero dell’Inferno

Il ministro dell’Inferno Matteo Piantedosi riesce a essere peggio ogni giorno che passa. Mentre ancora si recuperano le persone in mare (meglio: i cadaveri in mare) Piantedosi riesce a piazzarsi davanti a un microfono e trova il coraggio di dirci che “la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”.

Il ministro dell’Inferno Matteo Piantedosi riesce a essere peggio ogni giorno che passa

La frase oltre che stupida e disumana è indice di un’ignoranza piuttosto pericolosa nella bocca di chi dovrebbe decidere delle sorti di disperati per terra e per mare. Se studiasse il ministro dell’Inferno potrebbe imparare che il concetto di “scegliere di partire” esiste solo nelle comode menti dei comodi europei sui loro divani.

Iracheni, iraniani, afghani e siriani scappano. Scappano da condizioni di vita che mettono in pericolo i loro figli molto di più di un qualsiasi barchino o di qualsiasi traversata con i piedi ghiacciati. Se Piantedosi avesse i figli in pericolo non starebbe ad ascoltare i consigli i qualche burocratico ministro di qualche altro Paese.

Caricherebbe i suoi figli ovunque, in spalla o in barca, perché una morte incerta è sempre meglio di una morte certa, in qualsiasi condizione e in qualsiasi situazione. I disperati, caro Piantedosi, se ne fottono dei giudizi degli altri sulle loro scelte esistenziali. Del resto quella di ieri è solo l’ultima delle tante bugie che Piantedosi, per conto di Giorgia Meloni e del suo governo, continua a propagare per fomentare la propaganda e nascondere l’inettitudine.

C’è, ad esempio, la solita bugia dei porti chiusi del blocco delle partenze che è uno slogan a cui può credere solo chi non ha minimamente idea di cosa siano le migrazioni nella storia dell’uomo. Pensare di fermare le persone (con muri o con pattugliamenti) è un’illusione che serve solo a coniare qualche slogan da appiccicare sui manifesti. Una persona su 30 è migrante.

L’attuale stima globale è che ci fossero circa 281 milioni di migranti internazionali nel mondo nel 2020, il che equivale al 3,6% della popolazione mondiale. Leggendo questi numeri ci si rende conto di quanto sia vigliacca la prosopopea e l’allarme su qualche gommone? Vigliacca anche la bugia che ripete “è colpa degli Stati che li fanno partire su quelle imbarcazioni”.

Nessuno Stato fa partire nessuno. Le imbarcazioni insicure e sovraffollate sono il frutto della mancanza di qualsiasi via legale per partire. Lì dove c’è l’illegalità, da sempre, c’è insicurezza. Se si decide di lasciare gestire le migrazioni agli scafisti (che Piantedosi condanna e arresta fingendo di non sapere che sono le stesse persone che il governo italiano finanzia illudendosi di “controllare le partenze”) è normale che le traversate siano gestite in modo criminale.

Le Ong non fanno da calamita ai disperati in fuga. La maggior parte dei migranti arriva su imbarcazioni fantasma

Basta anche, davvero, con questa pagliacciata delle Ong. Le persone che arrivano qui solo in minima parte lo fanno con navi di Ong. Il tratto in cui è avvenuta la tragedia di Crotone non è presidiato da nessuna Ong e già questo smaschera la bugia del “pull factor”, ovvero delle Ong come “calamita” che invoglia le partenze. Per gestire le migrazioni ci vuole competenza, intelligenza e cuore. Le parole di Piantedosi sono solo propaganda spiccia senza nessun fondamento. Ministro Piantedosi, studi e vedrà che i temi complessi non si sciolgono ripetendo bugie.

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