Le centinaia di disperati che farcivano un’imbarcazione alla deriva nel Mediterraneo di cui dal 24 maggio non si è occupato nessuno sono tornati nell’inferno libico, probabilmente respinti illegalmente per l’ennesima volta dal governo di Malta. A farcelo sapere sono i libici, feroci, fieri, con un video pubblicato dalla cosiddetta Guardia costiera libica. Nel filmato un cittadino egiziano racconta che il peschereccio è stato intercettato sulle coste di Malta e riportati in Libia dalle forze militari.
Per l’ennesima volta Malta se ne fotte dei trattati internazionali, dei diritti umani e del diritto all’asilo. La nave era stata intercettata il 24 maggio dalla Ong Alarm Phone che aveva inutilmente allertato l’Italia e Malta. Il Life Support di Emergency, la ong Sea Watch e Ocean Viking hanno inutilmente pattugliato la zona cercando l’imbarcazione ma avevano dovuto fermare le ricerca per il peggioramento del tempo.
Le persone detenute (tra cui un neonato, 45 donne, alcune in gravidanza, e 56 bambini sono ora in un centro di detenzione libico dove mancano i servizi più elementari e dove verranno sistematicamente sottoposti a violenze, sevizie, stupri e torture. I centri di detenzione libici – che rientrano nell’accordo Italia-Libia – sono o sacchetti dell’umido dei nostri errori e dei nostri orrori.
Comunque vada a finire per loro, se ci capiterà di incrociarli da vivi o da morti, tra le molte cicatrici sulla loro pelle ci sarà questa il segno di quest’Europa che li ha deliberatamente riportati nei lager perché hanno commesso l’imperdonabile orrore di volersi salvare.
Buon lunedì.