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Sull’alluvione in Romagna i conti non tornano

“Non so quante altre volte è accaduto che in 48/72 ore si siano trovati 2 miliardi e 200 milioni di euro per affrontare l’emergenza”. Diceva così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso 25 maggio a Bologna al fianco della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la visita nelle zone colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna.

I numeri smentiscono le promesse. Pagella politica ha passato in rassegna le misure varate per fare fronte all’emergenza alluvione in Emilia-Romagna

Tre giorni dopo in una corposa intervista a Il Messaggero ribadiva le cifre: “Abbiamo mobilitato oltre due miliardi di euro per intervenire nell’immediato”. Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale dice che non è così. Pagella Politica ha verificato gli 11 articoli sui 23 che compongono il decreto sommando gli oneri per le casse dello Stato, per un totale di oltre 1,6 miliardi di euro.

Lo stanziamento più alto, spiega Carlo Canepa, è quello per la cassa integrazione emergenziale (art. 7) dei lavoratori colpiti dall’emergenza: 620 milioni di euro per consentire nel 2023 una copertura in deroga fino a un massimo di 90 giornate. Secondo Il Sole 24 Ore, la platea dei beneficiari è di circa 300mila persone, tra cui occupati a termine e stagionali. Per finanziare questa misura, 400 milioni di euro sono stati recuperati riducendo gli stanziamenti per il “Fondo di integrazione salariale”, che fornisce supporto ai lavoratori in caso di riduzione dell’attività lavorativa; 50 milioni riducendo il “Fondo sociale per occupazione e formazione”, che finanzia misure per incentivare l’occupazione; e 150 milioni dai risparmi ottenuti con il taglio del Reddito di cittadinanza.

Nell’articolo 10 si prevedono 300 milioni per le aziende esportatrici a disposizione di Simest, una società del gruppo Cassa depositi e prestiti, controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività. Poco più di 250 milioni di euro per finanziare il sostegno al reddito dei lavoratori autonomi che potranno ottenere un’indennità una tantum di 500 euro per un massimo di 3mila euro. Il governo ha anche rifinanziato (art. 18) con 200 milioni di euro il “Fondo per le emergenze nazionali”.

Gli stanziamenti ammontano a 1,6 miliardi. Mancano all’appello almeno 500 milioni

Le coperture? 404 milioni di euro sono stati recuperati cancellando la norma con cui il governo nel marzo scorso aveva ridotto il contributo di solidarietà temporaneo che le aziende energetiche devono versare sugli extraprofitti fatti negli ultimi mesi. 130 milioni, rileva Pagella Politica, di euro sono stati invece recuperati tagliando le risorse messe a disposizione a fine marzo per finanziare il cosiddetto “bonus sociale” per il riscaldamento. Quest’ultima è una misura che riduce la spesa sostenuta dalle famiglie in condizioni di disagio economico per la fornitura di gas.

Per il patrimonio culturale danneggiato dalle alluvioni il Governo ha deciso di aumentare i biglietti d’ingresso dei musei di Stato dal 15 giugno al 15 settembre di un euro. Sarà poi il Ministero della Cultura a decidere le modalità con cui i fondi verrano assegnati.

Dalle promesse di Giorgia Meloni manca quindi almeno mezzo miliardo di euro. Le risorse che il governo aveva promesso sono tagli dei vari fondi. Pochi giorni dopo l’alluvione Meloni promise “niente passerelle e risposte immediati”.

A oggi manca la nomina del commissario straordinario per i litigi all’interno della maggioranza, le passerelle si sono sprecate insieme alle promesse, e l’aiuto immediato è sensibilmente inferiore a quello annunciato in conferenza stampa e sui giornali. Anche il decreto ci ha messo 10 giorni a uscire, casualmente dopo le elezioni amministrative.

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