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Lezione alle destre dal questore di Verona

Nemmeno la Polizia segue la destra sulla loro visione distorta della polizia. Chissà se Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Ignazio La Russa hanno avuto un minuto per leggere le parole che il questore di Verona Roberto Masucci (nella foto) ha pronunciato nella sua intervista a Repubblica nell’edizione di ieri. Chissà se le ha lette il sindaco di Pescate, vicino a Lecco, che appena ha saputo degli agenti della polizia locale di Milano sono stati denunciati per tortura e sottoposti a procedimenti disciplinari ci ha fatto sapere di volerli assumere nel suo comune perché la sicurezza dalle sue parti “non è un optional ma una certezza”.

Il Questore di Verona Masucci ha guidato le indagini sulle violenze dei colleghi. Senza fare sconti: “La divisa va indossata con onore”

“Non possiamo coprire gli abusi, la divisa della polizia va indossata con onore”, spiega il questore di Verona che coordina i poliziotti che hanno indagato sulle violenze e i soprusi dei loro stessi colleghi del Nucleo Volanti che picchiavano persone fermate per strada, ne hanno trascinato uno sulla sua urina e sono accusati di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto ed omissione di atti di ufficio e, infine, falso ideologico in atto pubblico. Masucci chiarisce un punto che sembra sfuggire a molti componenti della maggioranza e del governo: “La Polizia di Stato non è disponibile a coprire alcun abuso, a maggior ragione quando sono commessi da chi, come noi, dedica la propria vita a difendere i cittadini”.

Indagare gli eventuali abusi della polizia è compito della polizia. Chissà se il presidente del Senato La Russa ha capito il senso delle parole del questore di Verona: dice di “sperare che i cinque poliziotti possano dimostrare la loro innocenza” dimostrando di non avere capito che il compito delle forze dell’ordine non è garantire l’assoluzione dei propri membri, ma la giustizia a tutti i cittadini. E per il bene di tutti i cittadini, gli italiani che La Russa dovrebbe rappresentare, l’augurio dovrebbe essere che vengano puniti i colpevoli se colpevoli e vengano assolti gli innocenti se innocenti. Senza i corporativismi che offuscano la destra ogni volta che si parla di carabinieri, esercito o polizia.

“Sono parole molto simili a quelle che fece 13 anni fa quando morì mio fratello. Sono parole – dice la senatrice di Alleanza Verdi-Sinistra, Ilaria Cucchi – che mi fanno riflettere, anzi che mi fanno arrabbiare. Io mi auguro che le dichiarazioni che sto ascoltando da parte di rappresentanti della destra non siano volte a tentare di condizionare il lavoro della magistratura. Che la giustizia faccia il suo corso”. Perfino il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, senza troppi fronzoli ha ammesso che “le vicende che emergono dall’inchiesta di Verona, ove fossero confermate, sarebbero di enorme gravità, lesive innanzitutto della dignità delle vittime ma anche dell’onore e della reputazione di migliaia di donne e uomini della Polizia di Stato che quotidianamente svolgono il proprio servizio ai cittadini con dedizione e sacrificio”.

Piacevolmente stupita da magistratura e forze dell’ordine è anche Patrizia Moretti, madre di quel Federico Aldrovrandi ammazzato di botte dalla polizia: “Di insabbiamenti – dice all’Ansa – ne abbiamo visti troppi, ormai ci rendiamo conto che il problema è sistemico. Il discorso delle mele marce è tramontato da un pezzo e tutte le rassicurazioni ricevute, da diversi livelli istituzionali, non hanno impedito che queste cose si ripetano: il problema esiste e va risolto dall’interno, speriamo che succeda. Se vicende come queste emergono e si fa un’indagine per approfondire è una buona cosa”. Chissà se certa destra si è accorta di essere rimasta sola.

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