Il silenzio è d’oro. E quella tra Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi ha tutti i connotati per essere la storia di un patto d’onore. Sono 30 i milioni di euro che Berlusconi ha lasciato al suo storico collaboratore, fondatore con lui di Forza Italia nello stesso periodo in cui una sentenza definitiva racconta che il manager offriva a Cosa nostra “un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici”.
Il silenzio è d’oro. E quella tra Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi ha tutti i connotati per essere la storia di un patto d’onore
Per i giudici il sigillo del suo accordo con la mafia sarebbe l’assunzione di Vittorio Mangano come stalliere nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi. Mangano avrebbe assicurato protezione contro l’escalation dei sequestri a Milano. Marcello Dell’Utri avrebbe, sino al 1980, fatto da intermediario per gli investimenti a Milano di Stefano Bontate, che aveva bisogno di riciclare denaro sporco, frutto del traffico di droga, in aziende del nord Italia.
Il processo di Dell’Utri è stato usato da Silvio Berlusconi (e da tutta Forza Italia) per dimostrare un avvelenamento giudiziario nei confronti di Berlusconi. Dell’Utri, pervicace e silenzioso, ha scontato la sua pena senza mai cedere. Ha negato – e continua a negare – fatti che sono assodati da una sentenza definitiva. Ha sempre tenuto fuori Berlusconi dai suoi processi.
L’ex braccio destro del Cav ha fatto da intermediario fino al 1980 sugli investimenti del boss Bontate
“Quando stamattina (ieri, ndr) mi ha chiamato il notaio, sono rimasto choccato dalla notizia – ha raccontato Dell’Utri all’Ansa -. Non me lo aspettavo perché non mi doveva nulla. Io ho dato tutto per lui e lui ha dato tutto per me”. Ma non la racconta tutta, Marcello: l’ex cavaliere ha pagato al suo braccio destro tutte le spese legali e dal 2021 anche un vitalizio di trentamila euro al mese.
“Un compenso per la detenzione subita e per averlo coperto, secondo i magistrati di Firenze che indagano sulle stragi. L’inchiesta sui presunti mandanti esterni alle stragi del 1993 che uccisero dieci innocenti aveva Dell’Utri e Berlusconi come indagati. Ora, ancora una volta, Dell’Utri è rimasto solo. Ma ancora una volta il suo amico Silvio si è ricordato di lui, fino all’ultimo.
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