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Undicesimo comandamento: non ostentare

Tutto come da copione. Il ministro (questa volta dello Sport) Andrea Abodi definisce il coming out di Jakub Jankto un’ostentazione. Jakub Jankto, passato per Sampdoria e Udinese, il prossimo anno giocherà nelle fila del Cagliari di Claudio Ranieri. Di lui si è parlato molto nelle scorse settimane perché è stato il primo calciatore professionista ad avere dichiarato la propria omosessualità in uno dei pochi ambienti in cui l’omosessualità è ancora considerata un tabù.

“La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo – ha detto ieri mattina Abodi a Radio 24 – Per quanto mi riguarda, è prima di tutto una persona e secondo è un atleta”. E ha aggiunto: “Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali”. Una cosa è certa, e lo è al di là di qualsivoglia teoria: essere gay, lesbiche o transgender non è una scelta, ma una condizione esistenziale come tutte le altre.

Abodi aggiunge: “Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui”. Tutto da copione: si alza una ridda di voci che fa notare al ministro (questa volta dello Sport) le inesattezze dette e lui fa marcia indietro. Il ministro prova a rimediare con un tweet che però non migliora granché la situazione: “Ad esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?”

Nessuna scusa, il solito sottinteso di essere stato frainteso. Avanti così.

Buon martedì.

Nella foto: il ministro dello Sport Andrea Abodi (governo.it), Roma, 15 giugno 2023

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