Hanno passato l’intera campagna elettorale urlando “chiudere i porti!” quando anche un bambino sa che i porti non si possono chiudere, i mari non si possono fortificare e soprattutto il diritto internazionale non concede il lusso di poter agevolare l’annegamento o il congelamento dei disperati.
Vinte le elezioni con quel motto cretino hanno pensato di replicare il “modello Libia” regalato da quella sedicente sinistra capeggiata dall’ex ministro Minniti con la Tunisia. Baci, abbracci, sorrisi, fotografie e soldi. Come sia andata lo racconta il ricercatore dell’Ispi Matteo Villa: «Nelle quattro settimane precedenti il memorandum Ue-Tunisia, gli sbarchi dalla Tunisia in Italia erano stati 16.507. Nelle quattro settimane successive 17.592».
A questo punto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ci ha spiegato che il “record di sbarchi” è dovuto alle difficili condizioni della Tunisia. Il sottotesto è semplice: Saied vuole più soldi per fare di più il cattivo. Ma gli sbarchi aumentano anche dalla Libia: nei primi sette mesi del 2022 dalla Libia erano arrivate 22.787 persone. Nello stesso periodo dell’anno in corso 30.075. L’aumento è del 32%. E quindi? Quindi come racconta il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura l’Italia ha spedito due motovedette nuove di zecca ai libici per accalappiare più disperati in mezzo al mare.
Nel frattempo Piantedosi su mandato del governo ha provato in tutti i modi a ostacolare le navi delle Ong. Risultato? La Guardia costiera italiana ora è costretta a chiedere aiuto alle Ong per le operazioni di salvataggio. Un capolavoro di inettitudine che può essere superato dalla cretineria di un’opposizione che accusi il governo sullo stesso bestiale piano, ovvero sui “troppi arrivi”. Per non farci mancare niente abbiamo avuto anche questo.
Buon giovedì.
Nella foto: incontro di Giorgia Meloni con il presidente Saied, Tunisi, 11 giugno 2023 (governo.it)