Mettere in fila le dichiarazioni è un brivido. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso all’inizio di questa storia ce l’aveva con i benzinai. Per il ministro erano loro a giocare sporco e ad alzare i prezzi dei carburanti approfittandosi della povera gente. Ha deciso di ergersi a difensore delle tasche dei cittadini. Qualcuno ha provato a fargli notare che i gestori dei distributori sono l’ultimo anello della catena e incidono sul prezzo della benzina per pochissimo, quasi niente. Gente che guadagna dai tre ai quattro centesimi al litro difficilmente potrebbe mettere in atto una «stangata contro gli italiani». Il ministro avrebbe potuto fare il duro sul serio, il duro con i duri e prendersela con le speculazioni della società petrolifere, calpestando l’articolo 42 della Costituzione poiché nel settore petrolifero la stragrande maggioranza delle società è pubblica o a controllo pubblico. Niente da fare. Urso ha deciso che per frenare il complotto della Spectre dei benzinai serviva un cartello con i prezzi medi della benzina.
La cartellonistica era uno strumento non necessario
Nelle intenzioni del ministro un cittadino esce di casa alla mattina, butta un occhio sul prezzo medio, devia il suo percorso per confrontare i prezzi dei distributori vicini, spiando di tanto in tanto sull’appunto del prezzo medio per non dimenticarselo, finché non trova qualcuno davvero conveniente. «Se l’esposizione dei prezzi medi presso i distributori doveva servire a ridurre i prezzi o quanto meno a mitigarne l’aumento, allora è stato un fallimento», ha spiegato Massimiliano Dona, avvocato esperto di consumatori. Dello stesso avviso era fin dall’inizio anche l’Antitrust. Secondo il presidente Roberto Rustichelli la cartellonistica era uno strumento non necessario. Inoltre c’era il problema, poi verificato, di ridurre gli stimoli competitivi.
Fermi tutti: colpa delle accise. Quindi dello Stato
Il 16 agosto è cambiato tutto. «Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania». Così in una nota il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, sempre lui, sul caro-benzina, spiegando come sia «falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei». Quindi il ministro spiega che i prezzi dei carburanti sono alti per colpa delle accise. Per logica verrebbe da dire che lo speculatore quindi è lo Stato. Quindi è lui.
Dunque che si fa? Si tagliano le accise? Lasciamo perdere Matteo Salvini e Giorgia Meloni che quando stavano all’opposizione promettevano l’eliminazione delle accise ogni volta che aprivano bocca.
La dura realtà: tagliarle costa 1 miliardo al mese…
L’8 febbraio 2023 il prezzo dei carburanti saliva in modo vertiginoso costringendo a un aumento generalizzato dei costi dei beni primari. Il ministro delle Infrastrutture Salvini prometteva: «Contiamo che la benzina non torni sopra i 2 euro. L’accordo è che, qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall’Italia, si arrivasse a quell’aumento, il governo interverrà come è stato già fatto l’anno scorso», con un taglio delle accise. Il leghista continuava: «Adesso però siamo a 1,8 euro e conto che il 2 davanti non lo si vedrà più». Ma le accise non possono essere tagliate. Chi lo dice? Il ministro Urso, ovviamente: «Il taglio sulle accise costa 1 miliardo al mese. Se riproponessimo la misura fatta dal governo Draghi, dovremmo trovare in altro modo, con altre tasse, 12 miliardi di euro l’anno, ossia più di quello che costava il Reddito di cittadinanza», ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italia in un’intervista ad Agorà su RaiTre.
Urso è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto
La favola triste ha una morale semplice: quando qualcuno inventa nemici immaginari (preferibilmente pescandoli tra gli ultimi) lo fa perché sa che i nemici veri sono persone a cui non può negare il saluto. In un Paese normale un ministro che nel giro di qualche settimana riesce a dire tutto e tutto il suo contrario sarebbe gentilmente messo alla porta e invitato a trovare qualcuno disposto a pagarlo così lautamente nel libero mercato. Ma in un Paese normale Urso non avrebbe come colleghi ministri quelli che si ritrova. Quindi è tutto nella media. Loro, mica la benzina.
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