Qualcuno dalle parti del Partito Democratico sogna ancora che l’elezione della nuova segretaria Elly Schlein sia una dovuta burocrazia che lasci intatto il partito come se nulla sia cambiato. Accade così che la minoranza interna (che ancora non s’è resa conto di essere minoranza) si innervosisca perché la segretaria del partito non accetti di svolgere il proprio ruolo in maniera omeopatica.
Tra i dem c’è chi si meraviglia perché la leader del Pd, Elly Schlein, dice quello che ha sempre pensato
L’ultima scossa è data dalle parole di Schlein che ha espresso tre concetti semplici e risaputi: il “minnitismo” sull’immigrazione ha dimostrato con gli anni di essere un enorme fallimento ingrassando criminali libici e aprendo la strada al cosiddetto “Piano Mattei” della peggiore destra; la linea militarista dell’obiettivo del 2% del Pil per le spese militari volute dalla Nato in questo momento è uno schiaffo al Paese in cui si smontano la sanità, la scuola e le misure di contrasto alla povertà poiché quei 13/14 miliardi ora servono per cose ben più serie; da un anno e mezzo il dibattito in Italia sull’invasione russa in Ucraina è stato schiacciato sul versante militare e militarista.
Sono le idee che hanno spinto Elly Schlein a vincere la corsa per la segretaria eppure ascoltando questi tre semplici concetti le facce degli oppositori interni di Schlein (ex ministro Guerini in testa) si sono frantumate per la sorpresa. Le accuse alla segretaria – come spesso accade – si sovrappongono perfettamente tra i renziani che stanno con Renzi e i renziani che ancora stanno nel Pd. Si meravigliano perché Schlein dice quello che ha sempre pensato. Lo trovano inelegante. E questo è tutto quello che c’è da dire su una parte del PD.
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