Cosa abbia fatto da sindaco e quali siano le sue qualità politiche non è dato saperlo. Stefano Bandecchi negli ultimi due mesi è riuscito a sfondare nelle pagine della cronaca nazionale solo per le sue intemperanze. In tempi sciocchi il più violentemente sciocco suscita clamore poiché in lui si identificano gli sciocchi che ne ammirano il coraggio di esserlo in pubblico. Nel sindaco di Terni Bandecchi si identificano invece i violenti. È questo è estremamente più pericoloso
In tre mesi il sindaco di Terni eletto a capo di una coalizione civica ha promesso di “perseguitare” (testualmente) un signore che si era pulito una scarpa in una fontana, ha cercato di mettere le mani addosso (nonché definito “coglione”) a un giornalista e infine ieri ha cercato il contatto fisico (e promesso di “far saltare i denti”) con un consigliere comunale dell’opposizione.
A febbraio Bandecchi, che è anche presidente della Ternana, squadra di calcio cittadina, aveva litigato con un gruppo di (suoi!) tifosi, sputandogli addosso, come si compete a una persona incapace di controllare un confronto senza sfociare nella violenza.
Stefano Bandecchi è solo l’ultimo caso di persona diventata personaggio pubblico per le sue intemperanze. Al pari di musicisti che da anni non fanno dischi o di critici d’arte che spopolano per le loro ingiurie Stefano Bandecchi è un prodotto della spettacolarizzazione della volgarità e della violenza. Ne abbiamo visti tanti, da Calderoli a Borghezio. In politica più di ciò che si fa conta quanto ci si fa notare. Ora è il tempo delle scazzottate che pagano. Sempre a proposito della violenza come matrice.
Buon martedì.