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Lavoro irregolare. Qui la bonifica non c’è

A proposito della “grande retata” che Giorgia Meloni ha sventolato come mastodontica vittoria sul disagio a Parco Verde, a Caivano, recuperando qualche spicciolo e una decina di pacchetti di sigarette di contrabbando, ci permettiamo di dare un consiglio al governo per utilizzare al meglio il dispiegamento di forze per una “bonifica” che farebbe bene all’Italia intera.

Nei primo trimestre del 2023 sono stati scoperti 4.363 lavoratori completamente sconosciuti allo Stato

Dando un’occhiata all’attività di vigilanza dell’Ispettorato del Lavoro relativi solo al primo trimestre di quest’anno si scopre che su 28.563 ispezioni si è riscontrato un indice di irregolarità nell’attività di vigilanza pari al 66,7% sul lavoro, dell’83% nei controlli previdenziali e addirittura il 94,5% di irregolarità nell’attività di vigilanza assicurativa. Ben 4.363 lavoratori erano completamente sconosciuti allo Stato, 71.729 sottostavano a un rapporto di lavoro irregolari e sono 11.055 i lavoratori fittizi.

Mentre a Caivano hanno recuperato poche migliaia di euro, nei primi tre mesi dell’anno lo Stato ha recuperato 49 milioni di euro solo di sanzioni (in tre mesi, non in 80 anni come accade per i soldi che restituiscono i partiti) oltre a 210 milioni di premi e contributi. Si può intuire quindi che i controlli degli ispettori vadano quasi a colpo sicuro. Ecco qua la “bonifica” da rinforzare e moltiplicare sul territorio nazionale. Permette di recuperare molto più denaro della persecuzione di qualche furbetto, e in più garantisce un luogo più sicuro per i lavoratori italiani.

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