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Meloni muta sui migranti. Deve aver finito i giga

Ospite nel salotto Rai di Bruno Vespa, la “terza camera” del Parlamento italiano dove qualsiasi potente può dormire tra due guanciali senza il rischio di domande che possano irritarlo, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha potuto pubblicizzare il suo ultimo libro mentre là fuori migliaia di disperati si cucinavano sotto il sole di Lampedusa con Croce rossa e forze dell’ordine sfinite nel tentare di mantenere un briciolo di dignità.

Quest’anno la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha fatto solo due tweet sul tema, mentre nel 2019 erano stati più di 200

 

Nemmeno il telespettatore più ottimista avrebbe potuto sperare che Vespa in un sussulto di professionismo gliene chiedesse conto. L’unico giornalista in studio era Alessandro Sallusti, l’autore del libro intervista alla premier. Mancavano solo i due liocorni. Se venisse voglia di trovare qualche dichiarazione della presidente del Consiglio sull’immigrazione spulciando sui suoi social si rimarrebbe ugualmente delusi: quest’anno la leader di Fratelli d’Italia ha fatto solo due tweet sul tema, mentre nel 2019 erano stati più di 200.

Nel 2019, tanto per dare un’idea, gli sbarchi erano un terzo di oggi. Evidentemente il numero di tweet è direttamente proporzionale alla propaganda, mica alla realtà. La strategia dello struzzo è adottata anche dal vicepremier Salvini che nel 2023 ha trovato la forza di scriverne per 8 volte.

Nel 2020 aveva pubblicato più di 800 contenuti sui social strillando contro gli sbarchi. Se dovessimo trovare un termine per identificare questo atteggiamento potremmo chiamarlo tranquillamente vigliaccheria a doppia mandata. La vigliaccheria di lucrare sui migranti mentre si sta all’opposizione (prima) e la vigliaccheria di tacerne quando si è al governo (dopo). Non hanno finito i giga, hanno finito la dignità.

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