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Sulla decretazione d’urgenza ha perso la pazienza perfino la maggioranza. Immaginatevi noi

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era raccomandato: basta con i decreti omnibus. Il governo quindi ieri ha pensato di farne votare uno. Non solo: in una Repubblica fiaccata da anni da una decretazione d’urgenza che utilizza le maggioranze parlamentari come pulsantificio il governo Meloni è riuscita a battere un record arrivando a sette decreti nell’ultimo mese sfondando il primato precedente che si era fermato a cinque.

Ieri al Senato s’è votata una legge che avrebbe dovuto occuparsi di processi penali e civili in cui si parla anche di tossicodipendenze, di interventi sulla cultura, di pubblica amministrazione e, per non farsi mancare nulla, anche di piromani.

Ha perso la pazienza perfino il presidente della Commissione Affari Istituzionali Alberto Balboni che fa parte del gruppo di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza e della presidente del Consiglio. E’ facile immaginare cosa ne pensino gli altri, quelli che dall’opposizione hanno come unica possibilità l’opporsi via stampa o in piazza poiché in questo Parlamento non c’è spazio per parlarne. 

«Qui ripetiamo la solita nenia e così anche la nenia diventa prassi. Propongo a tutte le opposizioni di andare tutti insieme da Mattarella, magari il 22 ottobre, quando il governo compie un anno», ha detto ieri Riccardo Magi di +Europa invitando tutti i leader dell’opposizione a bussare al presidente della Repubblica perché intervenga. Ci andranno, certo, con qualche imbarazzo poiché anche loro al governo hanno seguito la stessa solfa. Qui la prima pietra non la scaglia nessuno. 

Buon giovedì.

Nella foto: la presidente del Consiglio firma il patto anti inflazione, 28 settembre 2023 (governo.it)

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