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Altra donna, solita storia. È un Paese da Codice Rosso

Un’altra donna e sempre la solita storia. Vanessa Ballan aveva deciso di troncare la sua relazione con Bujar Fandaj ma lui non aveva accettato la sua libertà di scegliere, la sua autonomia. Così l’ha uccisa non potendola più possedere. Anche in questo caso c’è una donna che aveva paura. Lo raccontano i colleghi del supermercato in cui la vittima lavorava, lo racconta la denuncia presentata da Ballan lo scorso 26 ottobre.

Un’altra donna e sempre la solita storia. Denunce da “codice rosso” che attivano un allarme giallo

“C’erano elementi forse per un pericolo di attività persecutoria e molesta, ma non per un divieto di avvicinamento”, ha detto ieri ai giornalisti il procuratore capo di Treviso, Marco Martani, con il tono di un mea culpa. “Dopo una perquisizione eseguita nella sua abitazione dopo la querela, da parte di Fandaj non c’erano più stati episodi di molestie, di avvicinamenti o minacce. La valutazione fatta – ha concluso Martani – era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata”.

Un’altra donna e sempre la solita storia. Branchi di uomini che giudicano lei una cattiva mamma perché aveva un’amante. Pare di capire che quindi meritasse di essere uccisa secondo la legge ottocentesca del delitto d’onore. Un’altra donna e sempre la solita storia. Le origini kossovare dell’assassino usate per concimare razzismo e salvare i maschi italiani che svettano invece nelle statistiche.

Un’altra donna e sempre la solita storia. Denunce da “codice rosso” che attivano un allarme giallo. Strumentalizzazione della gravidanza della vittima per fomentare cultura antiabortista. “Ci sono elementi per contestare la premeditazione”, dice la Procura. Vedendo i fatti forse ci sono anche i soliti elementi per contestare l’immobilismo.

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