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Ricchi e poveri, tutto immobile

Il 5% delle famiglie italiane possiede quasi la metà della ricchezza italiana. Lo scrive in un’analisi la Banca d’Italia che certifica l’immobilismo della disuguaglianza del nostro Paese: “Il cinque per cento delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46 per cento della ricchezza netta totale“, scrive l’istituto di via Nazionale nel suo documento pubblicato ieri. 

“I principali indici di disuguaglianza siano rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016”, scrive l’istituto, ma “il valore mediano della ricchezza netta, che è sceso da quasi 200mila euro a poco più di 150mila euro” fa pensare che le disuguaglianze economiche e sociali siano in possibile aumento. 

Le famiglie italiane hanno visto questo calo della propria ricchezza, a partire dalla crisi dei debiti sovrani, senza più riuscire a tornare ai livelli di benessere e ricchezza del 2011. Complessivamente nell’area dell’Euro la ricchezza netta mediana ha raggiunto un minimo di circa 100mila euro nel 2013 per poi salire gradualmente fino a superare i 140mila euro nel 2022.

Ultimo appiglio la casa. La metà della ricchezza degli italiani è rappresentata dalle abitazioni: nello specifico, le case di proprietà rappresentano i tre quarti della ricchezza per le famiglie sotto la mediana, vale a dire per il 50 per cento più povero.

Italiani attaccati alla loro “roba” dal sapore verghiano come unica possibilità di ricchezza. Dovrebbero essere numeri al centro del dibattito politico se i partiti non vedessero la ridistribuzione come un pericoloso smottamento del rassicurante status quo. Così la notizia rimane relegata in fondo alla pagina.

Buon martedì. 

Nella foto: Centro di accoglienza e mensa dei poveri, Napoli (Adobe stock)

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