L’Italia apre gli occhi su Ilaria Salis, detenuta in condizioni inaccettabili nell’Ungheria di Orbán ma i detenuti all’estero che soffrono condizioni non accettabili per la nostra democrazia (e quella dell’Unione europea) sono di più. Ieri la presidente dell’associazione Nessuno tocchi Caino ha parlato dell’italiano Filippo Mosca, 28 anni (nella foto), trattenuto nelle carceri della Romania. L’anno scorso si è recato con degli amici a Costanza per partecipare al famoso festival musicale Mamia. La vacanza si è trasformata in un incubo, con l’arresto del giovane per droga, le accuse e il processo sommario conclusosi in primo grado con una condanna a 8 anni e sei mesi di detenzione.
Nessuno tocchi Caino ha sollevato la vicenda di Filippo Mosca. Giachetti (Iv) prepara un’interrogazione a Nordio
La madre racconta di una cella di 25 metri quadrati occupata da 24 persone. Le condizioni igienico-sanitarie sono vergognose e il cibo somministrato indecente. Il giovane avrebbe subito anche delle violenze e corso il rischio di essere accoltellato. “Per wc un buco per terra, la possibilità di lavarsi una volta a settimana, condizioni igienico-sanitarie disastrose, per pasto una sbobba immonda e tante altre nefandezze che è possibile ascoltare dalla viva voce di una madre angosciata per la salute e la sopravvivenza di suo figlio”, ha scritto il deputato di Italia viva, Roberto Giachetti, che si è mobilitato preparando un’interrogazione peri l ministro alla giustizia Carlo Nordio.
Filippo è stato condannato in primo grado “8 anni e 6 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti: del processo ‘sommario’, che si è svolto in Romania con il travisamento totale dei fatti avvenuti, intercettazioni non autorizzate e trascritte in modo indecente, così da espungere tutte le affermazioni a discolpa di Filippo”, spiega Giachetti.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Farnesina, nel 2021 il numero di casi registrati era pari a 2.058. Di questi, 861 connazionali erano in attesa di giudizio, 31 in attesa di estradizione e 1.166 erano stati effettivamente condannati. Ai tempi la maggiora parte era detenuta nell’Unione europea, per un totale di 1.526, di cui 810 condannati, 709 in attesa di giudizio e 7 in attesa di estradizione. La maggior parte si trovava incarcerata in Germania: qui il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ne ha registrati 713. Seguono, con un ampio distacco, Francia, Spagna e Belgio, con 230, 229 e 157 italiani incarcerati.
Non solo Forti negli Usa. Per il ministero degli Esteri sono 2.058 i connazionali nelle carceri straniere
Dopo l’Ue troviamo i Paesi extra Ue e le Americhe, dove nel 2021 erano registrati rispettivamente 232 e 200 italiani detenuti. Seguono Asia e Oceania (54), Mediterraneo e Medio Oriente (33) e infine Africa sub-sahariana (13). La maggior parte dei detenuti extra Ue è concentrata nel Regno Unito (126) e in Svizzera (73). Albania, Bielorussia, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia e Turchia non superano gli 11 detenuti ciascuno. In Asia e Oceania la maggioranza si trova in Australia, a quota 27 detenuti italiani. In Mediterraneo e Medio Oriente erano la Tunisia e gli Emirati Arabi Uniti ad avere il primato, con 11 e 7 connazionali prigionieri.
In Africa sub-sahariana, nel 2021, non c’erano italiani in attesa di giudizio o di estradizione, ma erano tutti condannati, così come in Arabia Saudita (1), Egitto (1), Giordania (1), Libano (1), Marocco (7) e Siria (1): 5 in Costa d’Avorio, 4 in Sud Africa, 2 in Senegal, 1 in Camerun e 1 nella Repubblica Democratica del Congo. Nelle Americhe gli italiani si trovano perlopiù in Brasile (33), Argentina (26), Repubblica Dominicana (24) e negli Stati Uniti (31). Qui in Florida, che si trova Chico Forti, l’ex produttore televisivo e velista italiano condannato all’ergastolo senza condizionale nel 2000 per frode, circonvenzione di incapace per l’acquisto di una struttura alberghiera e di concorso in omicidio. Attualmente è detenuto al Dade Correctional Institution di Florida City, un carcere di massima sicurezza non lontano da Miami. Lui si dichiara innocente, il governo aveva promesso di farlo tornare.
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