Per la milionesima puntata della saga di un governo che di professione si oppone alla sua opposizione ieri il senatore di Forza Italia (ed ex dirigente del Movimento sociale italiano), Maurizio Gasparri, ha presentato un disegno di legge per estendere i benefici previsti dalla normativa approvata 20 anni fa (legge 3 agosto 2004, n. 206) per “tutte le vittime degli atti di terrorismo e delle stragi” anche alle vittime “di atti criminosi di matrice politica compiuti sul territorio nazionale negli anni dal 1970 al 1979”.
Gasparri ha presentato un disegno di legge per estendere i benefici previsti per le vittime degli atti di terrorismo e delle stragi anche alle vittime “di atti criminosi di matrice politica compiuti sul territorio nazionale negli anni dal 1970 al 1979”
La proposta di Gasparri, si badi bene, si inserisce nella scia di una riforma culturale oltre che legislativa auspicata sia da destra che sinistra. Il 16 giugno del 2011 gli allora deputati del Pd D’Antona e Veltroni depositarono un ddl molto simile in cui si citavano i casi di Giorgiana Masi descritta come “pacifista e inerme che si trovò sulla traiettoria di una pallottola e pagò con la vita gli eccessi di veri e propri squadroni della morte” e la vicenda dell’attivista di destra Sergio Ramelli, sprangato sotto casa e morto dopo una terribile agonia.
Stessa cosa fece Forza Italia nel 2020. Ciò che stupisce nell’azione politica di Gasparri è l’incessante dedicarsi a disegni di legge con lo scopo di martellare fingendo di voler pacificare. È lo stesso Gasparri che qualche giorno fa strumentalizzava le “sofferenze degli ebrei che oggi vengono aggrediti dal terrorismo fondamentalista”, lo stesso che piega la scienza per dare personalità giuridica al concepito per disarticolare il diritto all’aborto e che utilizza la Viglianza Rai come bastone. Usare la politica come luogo di continua autopromozione inquina così anche le battaglie giuste. Un’altra occasione mancata.
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