Quando accade una bocciatura ampiamente prevista come quella della legge omeopatica sulla carne coltivata – volgarmente detta sintetica per favorirne la mortificazione – da parte dell’Unione europea si consolida la consapevolezza che non ci sia niente di più stupidamente costoso di un governo o di qualche ministro che utilizza la macchina legislativa dello Stato per propaganda.
Il disegno di legge fortemente voluto dal ministro all’Agricoltura nonché cognato Francesco Lollobrigida ha goduto di una velocità d’approvazione che ha inevitabilmente ostruito la strada a leggi più utili anche se meno altisonanti. Lollobrigida di fronte ai giornalisti si era anche vantato dell’Italia come primo Paese europeo a legiferare sul tema, senza essere colto dal dubbio che primeggiare nella foga non sia un’abilità da statisti. Luciano Capone su Il Foglio scrive che con una stringata nota, il 29 gennaio la Commissione europea ha informato il governo di aver archiviato in anticipo la notifica sulla legge che vieta la “carne sintetica” perché “il testo è stato adottato dallo stato membro prima della fine del periodo di sospensione” previsto dalle direttive europee. La Commissione invita pertanto l’Italia “a informarla del seguito dato, anche alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia”.
La legge quindi non è applicabile perché notificata dopo l’approvazione. Un distillato tutto naturale di incompetenza e furore ideologico sia nei modi che nei contenuti. Il ministro Lollobrigida l’ha rivendicata da subito come enorme vittoria personale, grande almeno quanto il piacere che avrebbe voluto fare a Coldiretti. Che sia una figura enorme non c’è dubbio ma di sintetica per ora c’è solo la legge.
Buon venerdì.