Luigi Casanova è una voce storica dell’ambientalismo. Per il mensile Altreconomia ha analizzato il caos intorno alla costruzione della pista da bob a Cortina per le prossime Olimpiadi, su cui il presidente veneto Luca Zaia e il suo capo partito Matteo Salvini hanno deciso di giocarsi un bel pezzo di credibilità.
Con il decreto del Governo Meloni i costi per la nuova pista da bob necessaria per le Olimpiadi sono lievitati a 128 milioni
Nel dossier della candidatura del 2019 ricorda Casanova che la pista da bob, slittino e skeleton avrebbe dovuto essere a Cortina ristrutturando la vecchia pista Monti chiusa nel 2008 per un susseguirsi di gravi incidenti e per gli insostenibili costi di gestione. Spesa prevista: 47 milioni di euro. “Poi i costi hanno cominciato a lievitare – spiega Casanova – prima a 61 milioni nel 2021, saliti nel 2022 a 85 milioni.
Fin qui, per zittire le proteste, Zaia proclamava che la pista se la pagavano i veneti. Per poi scoprire che il Governo Draghi, su pressioni di Zaia, il 26 settembre 2022 stanziava 85 milioni di euro per l’opera. Con il decreto del Governo Meloni dell’8 settembre 2023 i costi sono lievitati a 128 milioni complessivi, cinque dei quali già spesi per consulenze e demolizioni. Siamo ai giorni nostri. Zaia spinge per avere un progetto leggero da 81 milioni appaltato con affido diretto alla ditta Pizzarotti che ha 400 giorni per realizzarla. Ma il Cio insiste: le gare si devono svolgere solo su impianti già esistenti.
Quindi che potrebbe accadere? Secondo Casanova “qualora la pista venisse costruita è reale il rischio che non venga usata per l’evento olimpico. Siamo in presenza di un incubo – dice – un sistema decisionale che della trasparenza fa carta straccia”. In effetti avere impianti in disuso prima ancora delle olimpiadi sarebbe proprio da campioni.
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