Come tutti gli anni avvicinandosi al Giorno del ricordo sulle Foibe lo storico Eric Gobetti finisce sotto la polemiche della destra che da sempre lo accusa di negazionismo. Ieri al liceo D’Azeglio di Torino all’inizio della lezione di Gobetti un piccolo drappello di militanti di Gioventù Nazionale si sono presentati davanti all’entrata del liceo con uno striscione e alcuni fumogeni. Poi hanno esposto uno striscione con su scritto “Gobetti, firmi anche tu la proposta per revocare l’onorificenza conferita dalla Repubblica Italiana a Tito?”. Non è la prima volta che l’autore del libro “E allora le foibe?” viene attaccato.
Ogni anno la destra ci riprova. A febbraio del 2022 a Verona Casa Pound aveva diffamato lo storico torinese, definendolo “sociopatico e disturbato”, cercando di impedire l’incontro che si sarebbe dovuto tenere in città. Nel 2021 erano stati presi di mira i suoi social con insulti e minacce anche contro i suoi figli. La colpa di Gobetti è che fa seriamente lo storico, e – come dice giustamente Marco Grimaldi, deputato Verdi Sinistra – racconta tutta la storia della complessa vicenda del confine orientale: non soltanto quello che avvenne alla fine della seconda guerra mondiale, con la tragedia delle foibe e quella dell’esodo di oltre 300 mila persone dalle terre di Istria e Dalmazia, ma anche quello che avvenne durante l’epoca fascista, quando furono posti in essere continui soprusi ai danni della popolazione slava.
Quale studioso dovrebbe parlare di Foibe? Il presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa due giorni fa ha avuto un’idea: invitare a Sanremo per parlare del Giorno del ricordo Umberto Smaila, showman diventato famoso con il programma tv Colpo Grosso e figlio di esuli fiumani.
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