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Carceri a rischio collasso. Tira aria di amnistia contro il sovraffollamento

E se la destra giustizialista, quella che ama il tintinnare delle manette e che invoca di buttare via la chiave fosse costretta a firmare un indulto o un’amnistia La prospettiva è meno inverosimile di quanto si possa credere perché, come spiega l’associazione Antigone, il sistema penitenziario italiano si avvicina a passi da gigante con le carcere a livelli di sovraffollamento che configurerebbero un trattamento inumano e degradante generalizzato delle persone detenute.

L’associazione Antigone chiede più pene alternative. I penalisti invece invocano l’indulto

Se gli attuali ritmi di crescita dovessero essere confermati a fine 2024 il panpenalismo del governo Meloni potrebbe portare a una “condizione drammatica”, scrive l’associazione che si occupa di carceri. Per Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, i 17 suicidi di questo mese e mezzo del 2024 sarebbero “un campanello d’allarme che risuona”: “Ci appelliamo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché richiami il Parlamento a discutere del tema carcere e a farlo basandosi su scelte pragmatiche e non su approcci ideologici”, dice Gonnella.

Al 31 gennaio erano 60.637 i detenuti presenti a fronte di 51.347 posti

Nelle carceri italiane al 31 gennaio erano 60.637 le persone presenti, a fronte di 51.347 posti ufficiali (anche se sono circa 3.000 quelli che, tra questi, non sono disponibili). 2.615 erano le donne detenute, il 4,3% dei presenti, e 18.985 le persone straniere detenute, il 31,3% dei presenti. Già nel corso del 2021, dopo il calo delle presenze dovuto alla pandemia, le presenze nelle nostre carceri sono tornate a crescere. Dalla fine del 2020 ad oggi la crescita è stata di oltre 7.000 unità, una crescita media dello 0,4% al mese. Ma se si guarda alla crescita degli ultimi 12 mesi questa è in media del 0,7% al mese. E se si guarda solo agli ultimi sei mesi la crescita media mensile è stata dello 0,8%. Il tasso di affollamento medio (calcolato sui posti ufficiali e non su quelli realmente disponibili) è del 118,1% ma come sempre negli ultimi tempi le regioni più in difficoltà sono la Puglia (143,1%) e la Lombardia (147,3%). Gli istituti più affollati sono Brescia “Canton Monbello” (218,1%), Grosseto (200%), LodiI (200%), Foggia (189%), Taranto (182,2%) e Brindisi (181,51%).

Non c’è un euro per costruire nuovi istituti. E i reati voluti dal Governo non aiutano

Le promesse di costruire nuove carceri della presidente Giorgia Meloni a inizio mandato non hanno trovato nessun riscontro nell’attività di governo. Anzi, il ministro alla giustizia Carlo Nordio ha ripetuto più volte che “costruire un carcere è costoso e difficile” e per questo ritiene necessario “usare strutture perfettamente compatibili con la sicurezza in carcere”. Come spiega Antigone per costruire un carcere di 250 posti servono circa 25 milioni di euro. Numeri alla mano oggi di nuove carceri ne servirebbero 52, per una spesa che si aggira sul miliardo e 300 milioni di euro. A questo si aggiunge personale (agenti, educatori, psicologi, direttori, medici, psichiatri, amministrativi, assistenti sociali, mediatori, ecc.) con un aumento annuo del bilancio del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Salute, che già oggi fanno fatica a garantire le presenze necessarie, con tutte le figure professionali in pesante sotto organico. Poi ci sono i tempi.

Antigone: “Per costruire nuove carceri ci vogliono anni, mentre l’emergenza sovraffollamento è qui e ora”

“Per costruire un carcere ci vogliono anni, mentre l’emergenza sovraffollamento è qui e ora”, spiega Antigone. Quindi? Per Antigone le soluzioni sono un aumento delle misure alternative, più economiche rispetto alla carcerazione e con tassi di recidiva minori, la diminuzione dell’uso della custodia cautelare, con l’Italia costantemente al di sopra della media Europea e n’inversione di tendenza rispetto alle politiche dell’ultimo anno e mezzo fatte di nuovi reati e aumenti generalizzati delle pene. Il segretario dell’Unione delle Camere penali italiane, Rinaldo Romanelli lo dice chiaro: “Richiamiamo con forza la necessità di un provvedimento di amnistia e indulto, questa è la nostra posizione”.

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