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Armi, cosa accade dietro la faccia rassicurante di Bruxelles?

Conviene fare un breve ripasso su quali siano gli obiettivi dell’Unione europea che si celano dietro l’ispessimento di notizie su un esercito europeo e su una ventilata economia di guerra. Provare a rispondere alla fatidica domanda: cosa accade dietro la faccia rassicurante di Bruxelles?

Martedì gli alti funzionari Ue hanno presentato il loro piano per una sostanziale revisione dell’industria della difesa e del blocco. Moltissime le idee e pochissimo – per ora – i soldi. Sul piatto ci sono 1,5 miliardi di euro nel Programma europeo per gli investimenti per la difesa (Edip). Cinque propositi sul piatto. Innanzitutto Bruxelles vuole che i governi dell’Ue acquistino meno armi dagli americani (anche se, in segno di dominio della difesa degli Stati Uniti, la presentazione effettiva includeva una foto di un caccia a reazione McDonnell Douglas F/A-18 Hornet). Quando dagli Usa si sono detti preoccupati per il possibile calo di vendite americane il vicepresidente esecutivo della Commissione Margrethe Vestager ha rassicurato: “l’Europa sarà più autosufficiente ma ovviamente non completamente autosufficiente”.

Serviranno almeno 100 miliardi di euro. Dove prenderli? Qualcuno propone di utilizzare i fondi di coesione (che servirebbero per le disuguaglianze), molti vorrebbero che la Bce “cambi la sua politica di prestito” per consentire investimenti in difesa (qualcosa non attualmente consentita).

E la Nato? Un alto funzionario della Nato ha detto che i piani dell’Ue per maggiori finanziamenti sono i benvenuti, ma anche che l’organizzazione sta “osservando da vicino per vedere se l’Ue spingerà questioni come i propri standard per le armi”. Ed è solo l’inizio. 

Buon giovedì. 

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