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Dilaga il disagio giovanile ma il Bonus psicologo copre un richiedente su 11

Una ragazza accoltella una coetanea all’uscita da scuola a Salò e ricomincia la ridda di analisi, di paternalismi e di dibattiti sul bullismo e sulla violenza. Molto meno spazio nei salotti televisivi trova invece quel 40% di giovani studenti (lo dice uno studio condotto dall’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana) che ha manifestato sintomi di disagio psicologico e che ha moltiplicato gli ingressi al pronto soccorso psichiatrico.

Nel frattempo si scopre che su 175 mila domande del Bonus ne saranno soddisfatte solo 20 mila. “È sorprendente come l’opinione pubblica abbia finalmente riconosciuto l’importanza della Psicologia solo dopo l’assalto al “Bonus psicologico”. Con ben 175 mila domande in pochissimi giorni, e solo 20 mila che potrebbero ricevere una risposta, a causa delle limitate risorse finanziarie, siamo di fronte a una situazione critica”.

Bonus psicologo, allarme rosso

L’allarme è stato lanciato ieri da Ivan Iacob, segretario generale nazionale dell’Aupi, il sindacato degli Psicologi italiani che spiega come professionisti sanitari, psicologi, associazioni e neuropsichiatri siano tutti d’accordo: il bisogno di supporto psicologico è diventato cruciale dopo la pandemia.

Per Iacob è evidente che la società soffre, e il bisogno di aiuto è molto più diffuso di quanto inizialmente stimato. Si ipotizzava che potesse superare il 30%, ma le evidenze e proiezioni attuali ci forniscono una crescita ben più significativa. “Sapevamo – dice Iacob – che l’effetto a lungo termine della pandemia sarebbe stato massiccio, generando un aumento delle richieste di assistenza”.

Per il sindacato il “Bonus psicologico” è sicuramente un passo nella giusta direzione ma, come previsto, “ciò che potrebbero sembrare piccoli disagi oggi rischiano di evolversi in veri e propri disturbi senza una risposta sistemica del Sistema Sanitario Nazionale”. Per questo gli psicologi ritengono urgente attivare interventi di prima risposta, come lo psicologo di base, per identificare e trattare le fragilità prima che si trasformino in patologie più serie.

“I servizi psicologici all’interno del Servizio Sanitario sono essenziali per garantire una risposta efficace alle crescenti esigenze della nostra società – ha proseguito il segretario generale Aupi -. Tuttavia, la loro organizzazione attuale potrebbe essere migliorata, costituendo le Strutture di Psicologia, per massimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili”.

Per Iacob le strutture di Psicologia all’interno del Servizio Sanitario potrebbero essere riorganizzate per consentire una distribuzione più efficiente delle risorse già presenti che vengono “deturpate da attività non strettamente legate alla Psicologia”, come i contenziosi per divorzi e affidi, che il sistema giudiziario invia al sistema sanitario. Per il sindacato è preoccupante constatare che quasi l’intera attività dei consultori psicologici è sia oberata da queste problematiche, rappresentando oltre il 60% delle attività complessive”.

Prima la prevenzione

“È necessario liberare le risorse dei consultori da queste incombenze – l’auspicio di Iacob – per poterle dedicare alla prevenzione primaria del malessere psicologico, che emerge chiaramente come una priorità dalla grande richiesta di “Bonus psicologico”.Investire oggi nella prevenzione del malessere psicologico garantirà risparmi significativi per il Sistema sanitario in futuro. È un approccio che non solo migliorerà il benessere individuale e sociale, ma contribuirà anche a ottimizzare le risorse pubbliche a lungo termine. “Scegliere la prevenzione è una scelta saggia e responsabile che possiamo fare per il bene di tutti”, dice il segretario Aupi. Ma di questo difficilmente si parlerà nelle prossime ore.

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