Dopo sei anni e dieci giorni sono stati arrestati in Brasile i tre presunti mandanti dell’omicidio di Marielle Franco. Sono Domingos Brazão, consigliere della Corte dei conti dello stato di Rio de Janeiro; suo fratello Chiquinho Brazão, eletto al parlamento federale; e Rivaldo Barbosa, all’epoca capo della Polizia civile di Rio de Janeiro.
Le vedove di Marielle Franco, Monica Benicio, e di Anderson Gomes, Agatha Arnaus in una nota parla di “un grande giorno dopo 2.202 giorni di attesa”, dicendosi sorprese del coinvolgimento del capo della Polizia Barbosa che poco dopo l’omicidio le aveva ricevute per assicurare giustizia.
È lo stesso Barbosa che, preoccupato di vedersi sfilare il caso dalla Polizia federale nel caso in cui si fosse intravisto un movente politico, aveva suggerito ai suoi complici di “stare alla larga” durante le indagini.
La chiave della svolta nelle indagini è stato l’ex poliziotto poliziotto Ronnie Lessa, in carcere dal 2019 come esecutore dell’omicidio, che aveva raccontato ai magistrati dell’avversione dei fratelli Brazão fin dal 2017 nei confronti di Marielle Franco, vissuta come ostacolo alle loro mire immobiliari su San Paolo.
Esulta, per ora, il figlio dell’ex presidente Bolsonaro, che secondo diverse testimonianze sarebbe stato in collegamento con gli uomini del clan. «Bolsonaro non ha alcuna relazione con il crimine», ha detto ai giornalisti. Le relazioni pericolose però sono scritte nero su bianco e corroborate dalla testimonianza – poi ritirata – del portiere di un condominio.
Marielle Franco, all’epoca consigliera comunale di Rio de Janeiro, era stata nominata relatrice di una commissione speciale, creata dal consiglio comunale, per monitorare la progressiva militarizzazione della sicurezza e l’impiego di forze di sicurezza federali nella città.
Buon martedì.