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Nel Pd è guerra aperta sulle candidature europee

Ieri la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha incontrato il presidente del partito nonché leader della minoranza interna Stefano Bonaccini. “Incontro positivo, al lavoro insieme – hanno affermato i due vertici del Pd – su elezioni europee, regionali e amministrative”. Ma il mare è tutt’altro che tranquillo.

La carica dei civici fa infuriare gli europarlamentari uscenti del Pd. Al Sud Picierno minaccia di ritirarsi

Una bordata alla segretaria arriva dallo studio de L’Aria che tira, dove la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno è tornata a discutere la linea scelta dalla sua leader di candidare civici lasciando fuori la classe dirigente dem: “Non siamo all’Isola dei famosi o in un contest: i militanti devono poter dire la loro”, ha dichiarato l’europarlamentare. Picierno ha poi precisato: “C’è una discussione aperta sulle Europee, iniziata in maniera scomposta su tivù e giornali, tutto deve essere riportato su un binario politico – ha avvertito -. Si fa tra l’altro nelle direzioni. Il Pd si tiene in piedi grazie ai suoi militanti”.

La vicepresidente uscente dell’Eurocamera è critica come tutta l’ala bonacciniana ha storto il naso, con il coordinatore nazionale Piero De Luca che ha ammesso: “C’è stato l’annuncio su Annunziata e Decaro al Sud ma il quadro è ancora molto aperto. Noi ci auguriamo che in modo costruttivo il confronto vada avanti. I civici possono essere un valore aggiunto, ma per mettere in campo la squadra migliore va valorizzata anche la classe dirigente che abbiamo”. Qualcuno suggerisce che Picierno potrebbe addirittura decidere di non candidarsi.

I cattolici di Base riformista contro l’ex direttore di Avvenire per le sue posizioni contro i conflitti

L’azzardo della segretaria è comunque rischioso. Annunziata aveva ripetuto in più occasione di non volersi candidare “né con il Pd né con nessun altro. Spero che questa smentita sia chiara abbastanza per mettere tranquilli tutti”, disse il 3 settembre dell’anno scorso. Come previsto da ieri è iniziato il cannoneggiamento nei confronti della candidatura dell’ex direttore de l’Avvenire Marco Tarquinio che non piace al presidente del Copasir e riferimento dio Base riformista Lorenzo Guerini e che viene sventolato dai centristi come simbolo di un “Pd che si smentisce nel supporto all’Ucraina”.

Ieri in difesa del giornalista sono intervenuti Goffredo Bettini e il deputato dem Nicola Zingaretti. “Penso che il nome di Tarquinio sia di grandissimo livello” ha detto anche l’ex ministro Andrea Orlando che però ci tiene a ricordare a Schlein “che la società è fatta di movimenti sociali, di lotte per il lavoro, di persone che combattono per difendere il proprio reddito. E questo credo sia un elemento che dobbiamo cercare di rappresentare con le nostre liste”. Su Tarquinio galleggiano i dubbi anche della comunità Lgbtq+ che lo ricordano come difensore del Family day e assolutamente contrario al ddl Zan. “Un partito che vuole mandare in Europa #Zan e anche Tarquinio (contrario al ddl zan, alle adozioni per le coppie #Lgbt e soldatino del Family Day) è un partito allo sbando”, scrive sul suo account X il giornalista Simone Alliva.

Sembra essersi raffreddata invece la pista che portava all’italiana Ilaria Salis, detenuta nell’Ungheria di Orbán, come candidata per Bruxelles. Mentre per la delicata questione delle donne che si ritroverebbero penalizzate dalla candidatura della segretaria in tutti i collegi (ormai data da molti per scontata) nei prossimi giorni dovrebbe riunirsi la Conferenza delle donne del Pd per valutare le possibilità di mediazione con Schlein prima di spaccarsi alla direzione che dovrà votare le liste. “Al lavoro insieme”, scrivono Schlein e Bonaccini ma il lavoro da fare è lungo e molto complicato.

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