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Otto mesi per un articolo. E la politica cosa fa

Un giornalista, Pasquale Napolitano, è stato condannato in primo grado a 8 mesi di carcere con pena sospesa per diffamazione. Napolitano, collaboratore tra gli altri de Il Giornale e di Panorama, nel 2020 ha pubblicato un articolo per la redazione di ‘Anteprima24’ sul Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola. I diretti interessati sono ricorsi alle vie legali ritenendosi diffamati.

Il giornalista Pasquale Napolitano è stato condannato in primo grado a 8 mesi di carcere con pena sospesa per diffamazione

Il 7 maggio un giudice onorario ha condannato il giornalista a 8 mesi di reclusione oltre al risarcimento di mille euro a ciascuno dei quattro querelanti e 2.500 euro di spese legali. Per il giudice Napolitano avrebbe valicato il confine del diritto di cronaca condividendo l’articolo incriminato sui suoi canali social, un gesto che nel processo è diventato un’aggravante.

Napolitano, come prescritto dalle regole dell’Ordine dei giornalisti, aveva accolto tutte le contestazioni dei diretti interessati pubblicando le repliche che gli erano pervenute. Niente da fare: 8 mesi di carcere per un articolo di 12 righe. L’Ordine dei Giornalisti della Campania e la Commissione Legalità dell’Ordine Regionale hanno espresso “piena e forte solidarietà” a Pasquale Napolitano definendo la condanna “un inaccettabile attacco alla libertà di informazione“.

Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha parlato di condanna “inaccettabile” mentre Walter Verini del Pd ha fatto riferimento a “un retaggio del Codice Rocco che esiste ancora”. A destra accusano l’opposizione e i magistrati. Eppure sono al governo, sono maggioranza e sono loro che volendo potrebbero mettere fine a questo abominio. Quindi?

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