Nella Striscia di Gaza sono stati colpiti dalle forze israeliane 31 ospedali su 36. 31 ospedali su 36 vengono definiti “danneggiati” o “distrutti” e a dare i numeri non è Hamas ma l’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic.
L’Oms (non Hamas) ha registrato un totale di 890 attacchi a strutture sanitarie, di cui 443 a Gaza e 447 in Cisgiordania: “Tra quelli distrutti c’è l’ospedale Al-Shifa, il più grande complesso medico della Striscia, che rimane oggi completamente fuori servizio”.
Le testimonianze sul campo (non Hamas) descrivono una situazione drammatica. Un operatore sanitario di Medici senza frontiere racconta che dall’inizio della guerra ha dovuto lasciare ben 12 strutture sanitarie dopo avere subito “26 incidenti violenti, tra cui attacchi aerei che hanno danneggiato gli ospedali, carri armati che hanno sparato contro i rifugi di Msf le cui posizioni erano condivise con le parti in conflitto, offensive di terra contro i centri medici e convogli colpiti”.
L’ospedale da campo a Rafah è stato evacuato perché considerato non sicuro.
Borrel e Lenarcic (non Hamas), in una lettera congiunta, scrivono che gli ospedali di Gaza che sono rimasti in piedi “sono parzialmente funzionanti e operano con gravi limitazioni. A causa della situazione disastrosa, molti di essi sono sull’orlo del collasso o hanno dovuto essere chiusi. L’accesso alle cure mediche di emergenza è ancora più cruciale in un momento in cui i palestinesi di Gaza vivono sotto un costante bombardamento e più di 9.000 feriti gravi rischiano di morire a causa della mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria”.
Buon mercoledì.
In foto ospedale Al Quds di Gaza dopo i bombardamenti israeliani
Foto di ISM Palestine – originally posted to Flickr as Al-Quds hospital, Gaza City, following Israeli shelling, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5774348