Per il mancato confronto con Elly Schlein su Rai1 “mi dispiace molto perché secondo me è un’occasione persa, molti mi hanno chiesto chi te lo fa fare? Soprattuto se sei in vantaggio, secondo me il confronto è sempre bello, aiuta cittadini a capire cosa sta accadendo”. Ha detto così la premier Giorgia Meloni ospite di Mattino Cinque, su Canale 5. Il confronto, ha detto Meloni, in tv con Schlein “sarebbe stato un modo per capire bene cosa cambia se vince un modello o se vince l’altro, dopodiché ha dato fastidio a qualcuno, ne prendo atto, lo faremo in altri modi”, ha detto ancora. A chi dava fastidio il confronto? Glielo diciamo noi: alla legge.
A chi dava fastidio il confronto su Rai1 tra Elly Schlein e Giorgia Meloni? Glielo diciamo noi: alla legge
Del resto la pronuncia dell’Agcom è identica a quella del 2022 a proposito del confronto tra Letta e Meloni. Come ha spiegato la giurista Vitalba Azzollini infatti, non è sufficiente il rispetto formale dell’art. 4, comma 7-ter del regolamento della Commissione di vigilanza Rai. Organizzare confronti fra tutti i leader di partiti minori, ammesso che Vespa ci fosse riuscito, non avrebbe significato garantire “parità di trattamento” e “pari opportunità di ascolto” rispetto a quello principale. Insomma, non ci sono strane trame.
Quel confronto semplicemente avrebbe rappresentato meno della metà del consenso degli elettori. In più sarebbe stato tra due leader che non hanno nessuna intenzione di imbarcarsi per Bruxelles anche se elette. L’occasione persa probabilmente è quella di un confronto tra due leader di partito (attualmente i primi due partiti in Italia) che nulla ha a che vedere con le elezioni europee. Se Meloni ha intenzione di confrontarsi le basta invitare la stampa alle sue conferenze stampa oppure rispondere – senza facce e sorrisini – ai suoi oppositori in Parlamento.
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