Rispondere con il sangue dei bambini massacrando profughi è terrorismo. Rispondere alla Corte dell’Aia martoriando gli sfollati è la cifra politica di un governo che viene ritenuto democratico solo da un stuolo di miopi commentatori: Benjamin Netanyahu è un criminale di guerra alla stregua di Putin, di Hamas.
La “più grande democrazia del Medio oriente” è uno stato guidato da razzisti criminali che stanno riuscendo nel capolavoro di smentire perfino i suoi sostenitori più accaniti. “Siamo inorriditi, quello che è successo dimostra ancora una volta che nessun luogo è sicuro a Gaza. Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo”, ha detto l’infermiera italiana Gaia Giletta da Rafah. Come spiega ActionAid “sono stati colpiti i rifugi di fortuna che ospitano sfollati palestinesi, situati accanto ai magazzini dell’Agenzia Onu per i profughi palestinesi (Unrwa), contenenti aiuti umanitari vitali. Luoghi – scrive l’Ong—che dovrebbero essere sicuri per i civili, e che invece sono diventati bersagli di una violenza brutale. Bambini, donne e uomini sono stati bruciati vivi sotto le loro tende”.
Pietà per i trucidati da entrambe le parti ma nessun perdono per chi, anche dalle nostre parti, è complice di un massacro che ha l’unico scopo di cancellare un popolo e uno Stato. E allora il primo passo è riconoscere quello Stato, la Palestina, per dimostrare che la comunità internazionale è capace almeno di porre un limite al suo stringere mani insanguinate.
Buon martedì.