È il trionfo di Piersilvio Berlusconi ma soprattutto è l’ennesima umiliazione per la tv pubblica plasmata dal governo sovranista. I dati di ascolto della stagione che si conclude sono impietosi: Mediaset ha staccato la Rai diventando il primo editore televisivo per ascolto medio in Italia con il 40,8% di share. Un sorpasso epocale, segno di un cambio di stagione. La dittatura dell’auditel consegna una verità: gli italiani hanno scelto i contenitori berlusconiani a discapito di una Rai ostaggio della politica.
Una Rai che sotto le insegne della nuova TeleMeloni ha visto programmi iconici traslocare altrove. E persino i canali tematici, un tempo fiore all’occhiello del pluralismo, arrancano. In questo scenario desolante, la fuga del pubblico è stata inevitabile. Le reti berlusconiane hanno raccolto i cocci. Non stupisce quindi che l’obiettivo primario di Mediaset – ovvero superare la Rai – sia stato finalmente raggiunto. Un traguardo quasi impensabile fino a qualche mese fa.
Mediaset sorpassa la Rai: missione compiuta
Normale, allora, che Pier Silvio Berlusconi annunci lo storico risultato con toni trionfalistici: “Il distacco ci dà un vantaggio commerciale non da poco”. Non si tratta solo dell’orgoglio del rampollo che supera il padre al timone dell’azienda di famiglia, ma della constatazione secca di una nuova supremazia televisiva ottenuta sul campo.
I dati parlano da soli: la Rai langue sotto il 40% di share nonostante i suoi fondi pubblici (il canone pagato dai cittadini), mentre Mediaset si è finalmente issata al comando. Un primato tutt’altro che simbolico visto che la filiera dei ricavi pubblicitari premia inevitabilmente i numeri e punisce le performance deludenti. La vittoria negli ascolti di Mediaset si tradurrà presto anche in maggiori introiti e prospettive economiche, a discapito della tv pubblica che rischia di vedere ulteriormente falcidiate le risorse a disposizione.
Stizzita replica della Rai: nei primi cinque mesi del 2024 viale Mazzini è primo editore televisivo in Italia, “distanziando le reti Mediaset nell’intera giornata e nel Prime Time. Considerando le reti generaliste, la Rai ha circa 5 punti di vantaggio su Mediaset nell’intera giornata e ben oltre 7 punti di vantaggio nella prima serata. Va evidenziato come sia aumentato il divario tra Rai 1 e Canale 5 nel prime time rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel 2024 Rai 1 ha fatto registrare un 7,3 per cento di share rispetto a Canale 5”.
Intanto gli exploit dei contenitori informativi e del calcio pay di Mediaset hanno ribaltato le gerarchie tradizionali. E in questo scenario i Cinque Stelle puntano senza mezzi termini il dito contro le responsabilità del governo: “Il sorpasso di Mediaset certifica il grande ‘successo’ targato Meloni”, dicono i pentastellati in commissione di Vigilanza Rai. Un’accusa di occupazione partitica che il Pd rilancia a sua volta denunciando “l’autogol televisivo e politico dell’esecutivo”: la forzatura ideologica di Viale Mazzini avrebbe irreversibilmente minato il patto fiduciario tra telespettatori e servizio pubblico, aprendo la strada alla rivincita dei contenuti più leggeri e popolari di Berlusconi. Gli spin doctor del premier si sfregheranno soddisfatti le mani: “Missione compiuta”. La conta dei danni per la tv pubblica è tutta lì, impressa a caratteri cubitali nei dati di auditel. Un trionfo di share che sa di liberazione per milioni di italiani. La vera TeleMeloni è iniziata ed è tutto qui.
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