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Da Soros al burqa di sinistra. Salvini torna al passato

Non so se avete notato che il ministro dei Trasporti nonché leader della Lega Matteo Salvini negli ultimi giorni ha trovato come unica via per veicolare idee nuove quella di rispolverare le idee vecchie. C’è un piccolo e non trascurabile problema: le manfrine proposte da Salvini sono le stesse con cui nel 2019 galoppava in campagna elettorale per le elezioni Ue prima di collezionare un risultato impossibile da ripetere.

Salvini negli ultimi giorni ha trovato come unica via per veicolare idee nuove quella di rispolverare le idee vecchie

Un estratto del nuovo Salvini fotocopia di quello vecchio lo ritrovate nella sua ospitata alla trasmissione di Lilli Gruber su La7 in cui ha resuscitato perfino Soros che “finanzia le Ong che aiutano l’immigrazione clandestina”, roba che non si sentiva da anni e che oggi aleggia solo tra i sostenitori delle scie chimiche. Sfugge a Salvini che su quella frase, da ministro e vice presidente del Consiglio in carica, potrebbe tranquillamente chiamare il suo collega ministro Piantedosi per approntare una dettagliata denuncia internazionale. Obnubilato dal suo revanscismo Salvini continua anche a ripetere che la sinistra “vuole il modello della donna col burqa”.

Chi ci sia a sinistra che propone il burqa per le donne è impossibile da sapere visto che le poche volte che qualche giornalista gliel’ha chiesto (come ha fatto Lilli Gruber) Salvini ha sviato parlando d’altro. Infine c’è l’invasione, quella che Meloni voleva interrompere chiudendo i porti e che oggi imbelletta con il fondotinta albanese. È la stessa propaganda di anni fa, identica, ripetuta a pappagallo con l’illusione che il mondo là fuori sia sempre lo stesso. Solo che i cavalli di battaglia appaiono terribilmente stanchi, quasi pronti all’abdicazione.

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