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La macchietta Vannacci e il suo strano concetto di democrazia in Europa – Lettera43

Neppure i Patrioti per l’Europa lo vogliono. Ma lui derubrica le opinioni contrarie a un’invenzione dei nemici, mentre la sua votazione tra i vicepresidenti del gruppo per acclamazione diventa un “suffragio”. Il generale ha un’interpretazione tutta sua delle regole: non si è nemmeno iscritto al partito (la Lega) che gli ha permesso di candidarsi.

La macchietta Vannacci e il suo strano concetto di democrazia in Europa

La democrazia è un vessillo molto delicato. Qualcuno la agita come ideologia per limitare la democrazia degli altri, qualcuno la ritiene un’inattuabile aspirazione, quasi utopia, mentre altri più meccanicisticamente la vedono come un broglio di regole elettorali. La democrazia per il generale e neo europarlamentare Roberto Vannacci è stoffa double face a supporto di tutto e tutto il suo contrario.

Un generale vagamente leghista e che non piace al partito

Il generale è vagamente leghista. Gran parte dei leghisti non lo ritengono uno di loro. Chi lo ama lo ritene un eccezionale testimonial che può permettersi di non inserirsi nelle dinamiche e perfino in certe ideologie del partito. Chi lo odia sottolinea come la sua campagna elettorale si sia risolta in qualche apparizione televisiva, qualche ospitata d’onore negli eventi di partito e qualche foto con il segretario Matteo Salvini nel ruolo della dama di compagnia elettorale. Lui, il generale, della Lega ha sempre parlato poco e molto morbido. Ci ha tenuto, eccome, a far sapere che più di un partito gli ha offerto lo scranno a Bruxelles e quando è stato stilettato da Luca Zaia e altri dirigenti poco soddisfatti dalla sua candidatura ha precisato di essere «un candidato indipendente». La Costituzione che Vannacci cita a più riprese per rivendicare il diritto di discriminare direbbe anche del ruolo dei partiti, ma il generale deve avere saltato quella lezione.

Avanti con la democrazia del “chi ha i voti ha ragione”

La democrazia di Vannacci, ereditata da Silvio Berlusconi e dal suo segretario Salvini, è quella del “chi ha i voti ha ragione”, visione infantile ma comoda della competizione politica come uno show televisivo in cui duellano maschi alfa per il dominio. Vannacci ha preso i voti, quindi Vannacci ha ragione. «Ci sono molti italiani che la pensano come lui», ha detto dopo le elezioni europee Salvini e nell’ottica della democrazia come comando (e non governo) della maggioranza quelle preferenze sono un certificato di garanzia.

La macchietta Vannacci e il suo strano concetto di democrazia in Europa
Roberto Vannacci con Matteo Salvini (Imagoeconomica).

Persino i Patrioti per l’Europa non lo vogliono

A Bruxelles e Strasburgo il generale Vannacci però è considerato una macchietta. Una pericolosa macchietta per i socialisti e per i popolari e un’indelicata macchietta per il partito dei Patrioti per l’Europa di cui Vannacci fa parte. Jean-Philippe Tanguy, figura di spicco del Rassemblement National e vice-coordinatore della campagna presidenziale di Marine Le Pen nel 2022, ha dichiarato senza mezzi termini che i lepenisti «si oppongono» all’elezione di Vannacci a vicepresidente del nuovo gruppo europeo dei Patrioti. Laurent Jacobelli, già portavoce del Rn e oggi deputato è sulla stessa linea. Jordan Bardella, il figliol quasi prodigo di Le Pen in Francia che ha fallito per un pelo alle ultime elezioni francesi, solo poche settimane fa aveva pubblicamente condannato le dichiarazioni omofobe di Vannacci, prendendo le distanze da posizioni che riteneva inaccettabili. La democrazia, dicevamo. Nel nuovo gruppo dei Patrioti per l’Europa, covato dal premier ungherese Viktor Orban, Vannacci è stato eletto nelle file dei vicepresidenti. Anzi, in realtà non è proprio così: per acclamazione è stato eletto un pacchetto in cui Bardella figura presidente del gruppo europeo insieme a un mazzo di vicepresidenti. Ora i francesi dicono che Vannacci, no, Vannacci non si può proprio vedere nel direttivo.

Le accuse diventano frutto di una «stampa faziosa e di sinistra»

Torniamo al generale. In un’intervista a Repubblica Vannacci dice (va riportata tutta, anche se lunga, i lettori capiranno): «L’elezione dei vicepresidenti è avvenuta all’unanimità, quindi mi sembrano posizioni sicuramente contrastanti con quanto deciso durante il suffragio. Non vorrei che, come al solito, fosse un’amplificazione di una stampa faziosa e di sinistra. D’altra parte anche in Italia e anche per Repubblica, nonostante le plurime archiviazioni della giustizia italiana, vengo descritto come un razzista misogino e chi più ne ha più ne metta. Tutte accuse infondate, hanno stabilito i giudici, ma fosse per Repubblica dovrei essere in galera. Libération è l’equivalente del Fatto Quotidiano in Francia… non le fa venire in mente niente?».

La macchietta Vannacci e il suo strano concetto di democrazia in Europa
Una sostenitrice del generale Vannacci (Imagoeconomica).

Le opinioni che Vannacci esprime non sono opinabili

Eccola la democrazia secondo Vannacci: la votazione per acclamazione diventa un “suffragio” e le opinioni contrarie sono un’invenzione dei nemici (che non sono avversari, ma appunto nemici). Le opinioni che Vannacci esprime non sono opinabili. Le posizioni che vorrebbe ricoprire non sono discutibili. E chissà cosa avrà pensato l’eurodeputato voluta da Salvini leggendo che il portavoce di Patrioti per l’Europa nel corso di un briefing con la stampa al parlamento europeo di Bruxelles ha detto che la questione verrà affrontata lunedì e quindi no, non è invenzione della stampa nemica.

E l’iscrizione al partito? Se gli farà fare quello che vuole…

E l’iscrizione alla Lega? Vannacci spiega: «Possibile, anche in base al futuro che la Lega vorrà costruirsi. Io sono un combattente e se si tratta di pugnare per un futuro migliore basato su più sicurezza, più tradizioni, più identità, più ricchezza e più sovranità ci sono. Sono pronto a trasformare quest’onda di 560 mila voti delle Europee in uno tsunami». La democrazia secondo Vannacci: se il partito farà quello che vorrebbe fare lui allora potrebbe condividere i voti che ha preso grazie al partito. Che meraviglia.

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