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Come le teorie complottiste di QAnon stanno infettando pure il dibattito sul clima – Lettera43

Un’inchiesta denuncia la propaganda su Telegram degli estremisti di destra Usa, che è arrivata anche in Europa. Prima la pandemia e i vaccini, ora il negazionismo sul riscaldamento globale: lo schema è sempre lo stesso. Cioè sfruttare le teorie cospirazioniste sulla presunta privazione delle libertà personali.

Come le teorie complottiste di QAnon stanno infettando pure il dibattito sul clima

Le teorie del complotto di QAnon stanno gettando ombre inquietanti sul dibattito attorno al clima in Europa. È quanto emerge da una vasta indagine condotta da Lighthouse Reports, che ha analizzato oltre 100 milioni di post su canali Telegram legati al movimento cospirazionista nato negli Stati Uniti. Il risultato è un’allarmante fotografia di come le narrative negazioniste sul cambiamento climatico stiano guadagnando terreno nel Vecchio Continente, cavalcando l’onda lunga della paura.

Sfruttano reti di influencer e siti di “notizie alternative”

L’inchiesta di Lighthouse Reports svela quella che viene definita la “ricetta della viralità“, un mix di ingredienti che permette a queste teorie di diffondersi rapidamente e di attecchire nell’immaginario collettivo. Il primo elemento è il timing: approfittando del calo di interesse per le teorie legate al Covid e alla guerra in Ucraina, i canali QAnon hanno iniziato a focalizzarsi sul negazionismo climatico. Il secondo ingrediente sono le reti di influencer e siti di “notizie alternative” che amplificano questi messaggi. Infine, c’è l’uso strategico di un vocabolario condiviso che collega le nuove teorie a quelle già radicate nel mondo QAnon.

Come le teorie complottiste di QAnon stanno infettando pure il dibattito sul clima
Un supporter di Trump con la maglietta di QAnon (Getty).

Le solite teorie sulla limitazione delle libertà dei cittadini

Per capire come funziona questo meccanismo, basta guardare a quanto accaduto a Oxford nel febbraio 2023. Come riportato da un’inchiesta di EUobserver firmata da Riccardo Coluccini, Justin Casimir Braun, Eva Constantaras e Nikolaj Nielsen, quella che doveva essere una semplice protesta contro misure di riduzione del traffico si è trasformata in un crogiolo di teorie cospirazioniste. «La protesta ha seguito proposte modellate sulla “città di 15 minuti“, un concetto introdotto nel 2016 dall’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno», scrivono i giornalisti di EUobserver. Ma quello che era nato come un progetto per migliorare la vivibilità urbana è stato distorto e presentato come parte di un piano globale per limitare le libertà dei cittadini.

Complottismo che si basa sulla sfiducia e sulla paura

Il livestream della protesta, registrato dall’organizzazione anti-vax Children’s Health Defense (Chd), è diventato virale sui canali Telegram QAnon, con oltre 23 mila condivisioni e quasi 560 mila visualizzazioni nei mesi successivi. Un esperimento perfettamente riuscito. L’indagine di Lighthouse Reports ci dice come le teorie sul clima sfruttino abilmente le paure già radicate nella narrativa QAnon. Il senso di coercizione e di perdita delle libertà personali, emerso durante la pandemia, viene ora applicato alle politiche climatiche. Come spiega Renée DiResta, esperta di disinformazione citata nell’inchiesta di EUobserver, «le teorie del complotto spesso si basano sulla sfiducia e sulla paura e su un insieme sottostante di circostanze nel mondo offline».

Come le teorie complottiste di QAnon stanno infettando pure il dibattito sul clima
Proteste contro le restrizioni per il coronavirus in Germania, ai tempi dei primi lockdown (Getty).

Contenuti che mescolano teorie anti-vaccino, timori sul 5G e narrazioni sul clima

Il linguaggio gioca un ruolo cruciale in questo processo. L’analisi di Lighthouse Reports rivela che termini legati al Covid vengono spesso utilizzati per introdurre teorie sul clima, creando un ponte concettuale tra diverse narrazioni cospirazioniste. Questo permette di collegare eventi locali a presunte cospirazioni globali, rendendo le teorie attraenti per un pubblico internazionale. Un attore chiave in questa strategia di disinformazione è rappresentato dai cosiddetti “media alternativi”. Lighthouse Reports punta i riflettori su organizzazioni come la già citata Children’s Health Defense, fondata dal noto attivista anti-vax Robert F. Kennedy Jr. Il notiziario online di Chd, Defender, è diventato un hub per la diffusione di contenuti che mescolano teorie anti-vaccino, timori sul 5G e narrazioni negazioniste sul clima.

Come le teorie complottiste di QAnon stanno infettando pure il dibattito sul clima
Robert F. Kennedy Jr (Getty).

La disinformazione si infila anche nell’europarlamento

Secondo l’analisi di Lighthouse, i post sulla cospirazione climatica contenenti link al Defender sono stati ricondivisi quasi 1.700 volte sui canali Telegram monitorati. Un dato che evidenzia il ruolo cruciale di queste piattaforme nel diffondere disinformazione. Ma l’impatto di queste teorie non si limita al mondo online. Su EUobserver si racconta come queste narrazioni stiano influenzando il dibattito politico al più alto livello. Eurodeputati di estrema destra come la tedesca Christine Anderson (AfD) e il romeno Cristian Terhes hanno ripreso pubblicamente argomenti tipici delle narrative cospirazioniste sul clima.

Lo spauracchio delle presunte restrizioni permanenti

«I cittadini dell’Europa e del mondo ti stanno guardando: la nostra libertà e sicurezza sono nelle tue mani. Non deluderci!», recitava una lettera inviata da Chd ai deputati europei nel settembre 2021, mettendo in guardia contro presunte restrizioni permanenti legate alle politiche climatiche. Lighthouse Reports sottolinea come si stia creando un pericoloso circolo vizioso. Rappresentanti eletti o giornalisti mainstream, riprendendo queste teorie, finiscono per conferire loro una patina di legittimità. Questo processo di “mainstreaming” amplifica ulteriormente la portata e l’impatto di queste narrazioni.

Nel mirino le politiche ambiziose del Green Deal

Un esempio eclatante è quello di Claus Strunz, all’epoca caporedattore del tabloid tedesco Bild. In un’intervista televisiva dell’agosto 2022, Strunz ha criticato le politiche di risparmio energetico del ministro tedesco per il clima, Robert Habeck, affermando: «Abbiamo sperimentato con il Covid ciò che stiamo vedendo con il clima ora». Il video dell’intervista è diventato virale, accumulando oltre 660 mila visualizzazioni su YouTube e venendo ampiamente condiviso sui canali QAnon. C’è poi un altro allarme: l’utilizzo di un vocabolario condiviso sta producendo una convergenza tra gruppi cospirazionisti precedentemente concentrati su temi diversi. Questo crea un terreno fertile per la diffusione di teorie negazioniste sul clima, proprio mentre l’Europa cerca di attuare politiche ambiziose (ma che ora andranno ritoccate) come il Green Deal.

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Effetti del riscaldamento globale in Groenlandia (Getty).

La bufala delle élite globali che vorrebbero costringerci a mangiare insetti

Le recenti proteste degli agricoltori in varie capitali europee mostrano come queste narrazioni stiano già influenzando il dibattito pubblico. Uno striscione visto durante una manifestazione a Varsavia recitava: “Lascia che Bruxelles mangi i vermi, preferiamo le costolette di maiale e le patate”, riprendendo una vecchia teoria del complotto secondo cui le élite globali vorrebbero costringere le persone a mangiare insetti. Per sapere anticipatamente dove si muoverà la retorica dei sovranisti europei contro il Green Deal e contro le politiche ambientaliste ancora una volta basta guardare verso gli Usa, dove il cospirazionismo è già nel futuro. E la possibile elezione di Donald Trump potrebbe essere il fondamentale acceleratore.

L’articolo proviene da Lettera43 qui https://www.lettera43.it/qanon-riscaldamento-globale-complottismo-clima-negazionisti/