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Sangiuliano punitore solo degli altri

Mercoledì, sui social del ministro della cultura (!) Gennaro Sangiuliano, è comparsa una card in cui si comunicava che “il Consiglio dei ministri vara il comitato per celebrare 2 secoli e mezzo di Napoli”. Peccato che Napoli di anni ne abbia almeno 2500.

Fin qui tutto malinconicamente normale. Che i membri di questo Governo siano più propensi a riscrivere la storia più che studiarla è cosa nota. Sangiuliano tra i ministri comunque spicca per l’ossessiva ripetitività dei suoi scivoloni.

A stretto giro di posta il ministro impugna il telefono e scrive sui suoi social: “L’errore sul profilo Instagram relativo alla nascita del Comitato nazionale “Neapolis 2500” evidentemente è del mio social media manager. Per questo ho accettato le sue dimissioni”.

Qualche osservazione. Per Sangiuliano è “evidente” che l’errore non sia suo, come se non fosse uno sconclusionato ministro avvezzo alla gaffe. A pagare è stato Michele Bertocchi, social media manager e autore televisivo in Rai.

Al di là del fatto che il ministro avrebbe dovuto già da tempo costringere alle dimissioni colui che ha sbagliato le date su Cristoforo Colombo, quello che ha confuso l’ubicazione di Time Square e colui che è stato giurato per il Premio Strega senza leggerne i libri (quindi sé stesso), registriamo che il ministro intende il proprio ruolo come quello del “punitore” dei suoi sottoposti.

“Non è possibile che ogni volta che c’è un problema sia sempre e solo colpa dei SMM e questa volta addirittura vengono accettate delle dimissioni dovute ad un errore del genere. IL SOCIAL MEDIA MANAGER È UN PROFESSIONISTA e come tale deve essere trattato”, scrive Riccardo Pirrone, presidente dell’Associazione nazionale SMM.

Buon giovedì.

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