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Carceri in Albania: la xenofobia costa un miliardo agli italiani

A proposito del pecoreccio caso in cui è rimasto invischiato il suo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che l’unica cosa che veramente la preoccupa è che non siano stati spesi «soldi pubblici, dei cittadini».

Sullo sperpero di soldi pubblici la premier però non risponde quando si parla di Albania, là dove il suo governo ha deciso di impiantare come cattedrali nel deserto due carceri illegali per migranti che servono per sfamare la xenofobia di una parte del suo elettorato. Per quello di Gjader serviranno, solo per il personale, 30 mila euro al giorno, 900 mila in un mese. I posti disponibili per gli agenti sono 45 e sono già arrivate 3 mila domande. Anche perché le regole d’ingaggio sono vantaggiose: 130 euro lordi in più al giorno per 4-6 mesi di servizio. Con la possibilità di rientrare in Italia a spese dell’amministrazione.

Il sindacato di polizia fa notare come «una volta si tendeva a chiudere le carceri sotto i cento posti perché antieconomiche. Ora se ne costruisce una molto piccola, con un rapporto agenti – detenuti decisamente sproporzionato. Se in Italia c’è un poliziotto ogni tre reclusi, circa 25mila per oltre 61mila persone, lì ce ne saranno tre per ogni detenuto». 

Si parla di un miliardo di euro – ma i costi potrebbero lievitare ancora – per una campagna pubblicitaria senza nessuna reale ricaduta sul flusso di sbarchi e di accoglienza per l’Italia. Un miliardo di euro per un progetto al sapore di porti chiusi da offrire ai propri elettori. Altro che caso Sangiuliano. 

Buon mercoledì. 

Nella foto: La presidente del Consiglio Meloni e il presidente albanese Edi Rama in visita alle strutture del porto di Shengjin, 5 giugno 2024

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