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Stanno facendo la storia. Sì, come no

«Stiamo facendo la storia», dice ai suoi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e per questo «non si possono fare errori». Le parole pronunciate ieri durante il vertice di partito sono state pronunciate poche ore prima che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano divorasse un bel pezzo del principale telegiornale della televisione pubblica italiana per raccontare dei suoi folli ardori estivi sventolando pezze d’appoggio come un commesso viaggiatore preso in castagna. 

Alle famiglie tradizionali dell’epoca Meloni si aggiunge quindi un ministro che ha lasciato gironzolare negli uffici del ministero, nel Parlamento e perfino al Quirinale un’amica che ha video registrato le sue passeggiate, ha registrato le telefonate e ha avuto accesso alle riunioni operative facendo indispettire i servizi di sicurezza di un paio di nazioni preoccupati dalla nostra classe dirigente pecoreccia.

Stanno facendo la storia anche con la ministra al Turismo che porta il cognome del marito con cui si è lasciata 35 anni fa e ora è invischiata in una brutta storia di soldi pubblici usati come non dovevano essere usati. Hanno fatto la storia anche con Pozzolo e il sottosegretario Delmastro che a Capodanno hanno festeggiato a suon di pistolettate raccontando una versione dei fatti che fa acqua da tutte le parti. 

Stanno facendo la storia con il non marito della premier infilzato da fuori onda in cui si vanta d’esser stallone, prima di essere scaricato quanto basta. Stanno facendo la storia con un cognato (mai sposato) ministro all’Agricoltura che non sapeva quanto facesse schifo parlare di sostituzione etnica. 

Stanno facendo la storia. Sì, come no. 

Buon giovedì. 

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