Oggi è il giorno dell’esame di Raffele Fitto davanti al Parlamento europeo. Gli eurodeputati dovranno decidere se dare il loro via libera a farlo entrare nella Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Affidare il ruolo di vice presidente a un ex ministro di un governo considerato a guida “sovranista” è un’idea che non piace a Socialisti, Verdi e Left. Il parlamentare europeo Gaetano Pedullà fa notare come “mancano meno di 24 ore all’audizione di Raffaele Fitto e il gruppo dei Socialisti non ha ancora sciolto la riserva su come voterà” e definisce “imperdonabile” l’errore di un eventuale appoggio di S&D. Ma le critiche a Fitto sono anche sulla sua gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Uno dei principali problemi emersi è la riduzione e la rimodulazione dei progetti. Openpolis evidenzia che, su 235 progetti iniziali, oltre il 30% ha subito modifiche significative, con almeno 70 progetti ridimensionati o cancellati. Questo ha sollevato interrogativi sulla trasparenza delle decisioni e sulla capacità di mantenere gli impegni presi. Alcuni interventi strategici sono stati rivisti al ribasso, limitando l’impatto previsto sulle infrastrutture, sull’innovazione tecnologica e sulla transizione ecologica.
La gestione del Pnrr sotto la lente: progetti ridotti e ritardi preoccupanti
Un altro punto critico è stata la gestione delle scadenze. Secondo i dati di Openpolis, il 45% dei progetti previsti per il 2023 non ha rispettato le tempistiche stabilite, con ritardi di mesi o anni. Questo ha influito negativamente sulla qualità degli interventi. Il rapporto indica che la spesa complessiva legata ai progetti ha raggiunto solo il 60% di quanto preventivato entro il secondo trimestre del 2024. Nel dettaglio, dei 191 miliardi di euro previsti complessivamente per il Pnrr, solo 114 miliardi sono stati effettivamente spesi o impegnati fino ad ora, lasciando un gap di circa 77 miliardi.
Le infrastrutture scolastiche e gli investimenti nelle energie rinnovabili sono esempi emblematici delle difficoltà incontrate. Openpolis riporta che i progetti legati all’edilizia scolastica hanno subito rallentamenti significativi, con solo il 50% delle opere completate rispetto al target fissato per il 2023. Questo si traduce in un ritardo che ha avuto impatti diretti sulla sicurezza di oltre 200mila studenti. Le energie rinnovabili hanno visto una riduzione del 25% degli investimenti previsti, passando da 8 miliardi di euro a poco più di 6 miliardi, con una diminuzione della capacità produttiva stimata di oltre 1 GW.
Il settore dei trasporti non è esente da criticità. Solo il 40% dei progetti per la modernizzazione delle ferrovie e delle infrastrutture stradali è stato avviato, contro il 70% pianificato. Questo si riflette non solo su chi lavora nel settore, ma anche sulla mobilità di milioni di cittadini. L’analisi di Openpolis sottolinea come la lentezza burocratica e la mancanza di coordinamento tra ministeri abbiano ulteriormente ostacolato l’avanzamento delle opere.
L’audizione di domani rappresenta un momento importante per chiarire le responsabilità e le scelte fatte durante la gestione del Pnrr. A Fitto saranno chiesti chiarimenti perché la questione non è solo tecnica, ma politica: la capacità di portare a termine il Pnrr non è solo una questione di numeri, ma di credibilità nazionale e di fiducia nelle istituzioni. La spesa incompleta e le revisioni hanno suscitato preoccupazioni anche tra i partner europei. La Commissione europea ha espresso più volte preoccupazione per i ritardi e per la gestione frammentata del piano.
Sfide infrastrutturali e ritardi nelle assunzioni: l’impatto sui settori chiave
Il tema delle assunzioni necessarie per portare avanti i progetti ad esempio è un altro punto dolente. Mentre il piano prevedeva l’assunzione di almeno 30mila nuovi lavoratori pubblici per accelerare l’attuazione, meno della metà di queste posizioni sono state coperte.
Può diventare vice presidente di una Commissione europea qualcuno che da ministro è stato bacchettato più volte dalla stessa Commissione per la gestione dei fondi europei? Può diventare vice presidente della Commissione europea qualcuno che fa riferimento a un gruppo che non l’ha sostenuta con i suoi voti? Ora a Fitto le risposte.
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