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Meloni ostaggio di Salvini: la destra si logora nel governo

Solo nella giornata di ieri il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha attaccato (per l’ennesima volta) Antonio Tajani, leader di Forza Italia, e il dipartimento economia della Lega ha criticato il viceministro all’Economia Maurizio Leo, in quota Fratelli d’Italia.

Nell’arco di poche ore la Lega è riuscita nella mirabile impresa di litigare con i suoi due alleati di governo. Matteo Salvini se l’è presa con Tajani invocando il Golden Power (che assegna a Palazzo Chigi poteri speciali volti a salvaguardare la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico quando vi sono operazioni tra soggetti privati che potrebbero metterla in discussione) per l’operazione Unicredit-Bpm. Smentendo il leader di Forza Italia, Salvini ha voluto precisare che la questione attiene al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, esautorando quindi Tajani dalla partita.

Nel pomeriggio la Lega ha invece vergato una nota che definisce “sbagliata, nel merito e nel metodo, la pioggia di lettere che l’Agenzia delle Entrate ha riversato sui contribuenti italiani” puntando il dito contro il meloniano Leo al ministero dell’Economia. Tra Leo e Lega, da giorni si registrano tensioni anche sulla maxi rottamazione delle cartelle esattoriali voluta dal partito di Salvini e osteggiata dal viceministro.

Gli sgambetti tra i partiti di governo sono ormai all’ordine del giorno, con Salvini nella parte del leone che prova a non affondare nel caos del suo partito in vista del congresso regionale in Lombardia e del prossimo congresso federale. Giorgia Meloni insiste: «Siamo uniti». Convinta lei.

Buon venerdì.

Nella foto: il Consiglio dei ministri a Cutro, 9 marzo 2023

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