L’Europa ha deciso di diventare ancora più fortezza. Nonostante la retorica dell’accoglienza e le lacrime spese dai leader europei per le povertà, le guerre e la fame del resto del mondo le conclusioni del vertice di Bruxelles sono chiare: “Mobilitare immediatamente ingenti fondi e mezzi dell’Ue per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza – compresa la sorveglianza aerea – e delle attrezzature”, si legge nel documento finale d’intesa.
Giro di vite
“L’Unione europea rimane determinata ad assicurare il controllo efficace delle sue frontiere esterne terrestri e marittime”, si legge nel documento. Per farlo, “ribadisce il proprio sostegno” a Frontex, l’agenzia europea di guardia di frontiera e costiera che da mesi è sotto il fuoco delle polemiche a causa di una gestione allegra dei fondi e per avere chiuso gli occhi sui respingimenti illegali operati dalla Grecia.
Criticità che sono considerate influenti dai leader europei se è vero che a Frontex viene chiesto non solo di svolgere il “suo compito principale” (protezione delle frontiere esterne, contrasto alla criminalità transfrontaliera e intensificazione dei rimpatri), ma anche di operare nell’ambito degli accordi tra gli Stati dell’Ue e i Paesi terzi per la “cooperazione” nella gestione delle frontiere.
Tolleranza zero
Il documento è un concentrato di disumanità: “Il Consiglio europeo – si legge – ha valutato l’attuazione delle sue precedenti conclusioni, finalizzate allo sviluppo di un approccio globale alla migrazione che combini il rafforzamento dell’azione esterna, un controllo più efficace delle frontiere esterne dell’Ue e la dimensione interna”, il tutto “nel rispetto del diritto internazionale” (che viene vissuto ogni giorno di più come un fastidioso impedimento, ndr), “dei principi e dei valori dell’Ue” (che a questo punto sarebbe curioso capire esattamente quali siano, ndr) “nonché della tutela dei diritti fondamentali”.
Novità anche sui rimpatri: accettata la proposta dell’Olanda di “introdurre misure restrittive in materia di visti nei confronti dei Paesi terzi che non cooperano” nel riprendersi i migranti giunti illegalmente nell’Ue. È stato trovato anche il grimaldello per disarticolare le leggi internazionali che vietano i rimpatri in Paesi non considerati sicuri: la soluzione sembra essere stata trovata anell’Easa, l’agenzia europea per l’asilo, che dovrà “fornire orientamenti per incrementare il ricorso ai concetti di Paesi terzi sicuri e di Paesi di origine sicuri”. In sostanza ora ci si occuperà di trovare il modo per allargare la schiera dei “Paesi sicuri” con qualche acrobazia giuridica, fregandosene dei diritti umani.
La clausola
Per completare l’opera orribile la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen in conferenza stampa lascia intendere di essere pronta a rivedere la sua posizione sui finanziamenti dei muri (come richiesto dal presidente del Ppe Manfred Weber, dall’Austria e da altri 11 Paesi, tra cui l’Ungheria di Viktor Orban, ma anche il governo di centrosinistra della Danimarca) spiegando che i fondi andranno a “telecamere, strade lungo le barriere per pattugliarle, torrette di sorveglianza, veicoli. Giorgia Meloni esulta e parla di “cambio di passo dell’Ue sulle politiche dell’immigrazione”. Chissà che ne penserebbe Altiero Spinelli di questa Europa.
L’articolo A Bruxelles è svolta autoritaria, arrivano i muri anti-migranti. Linea dura del Consiglio Ue a difesa delle frontiere e la von der Leyen apre alla costruzione delle barriere sembra essere il primo su LA NOTIZIA.