Il bonus psicologo che tutti avevano largamente elogiato nello scorso governo? Niente, era solo uno scherzo. Nonostante gli indicatori dicano che la questione della salute mentale sia centrale nel nostro Paese il governo decide di affossare il bonus.
Dal governo altro schiaffo ai più fragili. Bocciato l’emendamento per aumentare le coperture da destinare al bonus psicologo
Lo spiega benissimo l’ex parlamentare del Pd, Filippo Sensi, uno degli ispiratori della misura nella scorsa legislatura: “Certo che non è la soluzione – ci dice -. Certo che ci vorrebbero misure stabili e di prospettiva, psicologi di base, nelle scuole, presidi raggiungibili e disponibili nella sanità pubblica. Ma, a fronte della richiesta che si è fatta più acuta, della sofferenza che si è fatta più spessa, dico: non disperdiamo quello che abbiamo ottenuto con il bonus. È stato stabilizzato, è previsto anche per i prossimi anni. Ma la sua dotazione è diminuita molto sensibilmente, da 25 – che erano una goccia nel mare – a solo 5 milioni. L’emendamento del Pd che rimpingua quel fondo e che è condiviso da tutti i gruppi parlamentari non ha avuto l’ok del governo in Commissione. Sconfessando lo sforzo bipartisan dei partiti di maggioranza e di opposizione. E, in sostanza, dicendo: non è una priorità per noi, fatevi bastare il poco che c’è. E senza rinviare ad altre misure che vadano nella direzione della salute mentale e del benessere psicologico delle persone. Ora il Pd riproporrà l’emendamento in aula. Non resta che sperare nel sussulto d’orgoglio dei partiti che dicano al governo questo ci preme, questo ci riguarda, riguarda le persone, le più fragili, le più esposte, cioè noi”.
L’emendamento bocciato nel decreto milleproroghe rischia di diventare un caso politico. Il bonus è un contributo per sostenere le spese di chiunque abbia bisogno di assistenza psicologica, senza limiti di età. L’obiettivo è rispondere ai problemi psicologici, cresciuti a causa dei lockdown dovuti alla crisi pandemica, e favorire l’accesso ai servizi di psicologia e psicoterapia. Nonostante la somma esigua, considerando come milioni di italiani e italiane fruiscano ogni anno di questi servizi, si tratta di un primo passo verso la tutela della salute mentale delle persone da parte dello Stato. Sono più di 395mila coloro che in 3 mesi l’anno scorso hanno fatto domanda per ricevere il contributo dedicato all’assistenza psicologica. Il 60% dei richiedenti è under 35. I fondi previsti però sono bastati solo per accogliere meno di 42mila domande. Sul tema ieri è intervenuto anche il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi.
Il presidente David Lazzari ha spiegato che “Il bonus psicologico deve essere un impegno di tutti, bipartisan. Così come lo psicologo a scuola e quello di base. Perché i problemi psicologici sono sotto gli occhi di tutti e l’aiuto psicologico non può essere un lusso per i pochi che possono permetterselo economicamente. Dopo il mancato sostegno da parte del governo in Commissione, adesso i cittadini si aspettano che nell’aula del Senato tutte le forze politiche supportino questa misura, l’unica messa in campo sinora, con un fondo adeguato. Si tratta di una questione di civiltà e un investimento nel futuro del nostro Paese”.
“Il governo ha detto no all’emendamento al decreto milleproroghe per incrementare il bonus psicologo che era diventato permanente grazie a un’iniziativa del Partito democratico. – dice la presidente dei senatori Pd Simona Malpezzi -. Una misura, molto utilizzata, che ha contribuito al miglioramento del benessere psicologico di tante persone. Ennesimo schiaffo ai più fragili. Presenteremo un emendamento in aula, sperando che il governo non pensi di mettere la fiducia anche in questo caso”.
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