Al ritorno dalle vacanze Giorgia Meloni e il suo governo hanno sventolato una serie di risultati che, a un’analisi attenta, risultano essere esagerazioni o, in alcuni casi, distorsioni della realtà.
Meloni ha dichiarato che il governo avrebbe rivisto il 55% del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ma in realtà solo il 5% dei progetti è stato modificato. Un’altra affermazione riguarda la flat tax per le partite Iva fino a 100 mila euro, una misura che la premier ha descritto come una novità introdotta dal suo governo. Tuttavia, si tratta di una norma già esistente dal 2019, estesa solo marginalmente da questa amministrazione.
Sul fronte del calo dei reati, Meloni ha parlato di un crollo del 7% rispetto al 2019, ma non ha menzionato che il numero di reati era già in diminuzione negli anni precedenti. Anche l’aumento dell’occupazione è stato attribuito al governo Meloni, ma i dati indicano che l’incremento è in linea con un trend iniziato ben prima del suo insediamento.
La premier ha rivendicato il merito per il rallentamento dell’inflazione ma l’andamento dell’inflazione dipende da fattori globali e, si sa, non può essere attribuito interamente all’azione di un singolo governo. La diminuzione della corruzione sventolata da Meloni fa riferimento a dati addirittura ventennali. Nel quantificare le esportazioni internazionali la presidente del Consiglio ha aggiunto 40 miliardi di euro che non esistono.
Buon rientro. E buon giovedì.