La piaga dei femminicidi in Italia, che ieri hanno raggiunto quota 84 dall’inizio dell’anno, continua a preoccupare il Consiglio d’Europa. Il Comitato dei ministri (organo decisionale del Consiglio d’Europa) sottolinea in particolare la “risposta inefficace e tardiva” delle autorità alle denuncia di violenza domestica subite dalle donne, che hanno più volte portato la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) a condannare il nostro Paese.
La piaga dei femminicidi in Italia, che ieri hanno raggiunto quota 84 dall’inizio dell’anno, continua a preoccupare il Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa “nota con preoccupazione” che i dati forniti da Roma “mostrano una persistente alta percentuale di procedimenti per violenza domestica e sessuale archiviati nella fase delle indagini preliminari, un uso limitato degli ordini di protezione e un tasso significativo di violazione degli stessi”.
Pur riconoscendo i passi avanti compiuti dalle autorità italiane che “riflettono la loro continua determinazione a prevenire e combattere la violenza domestica e la discriminazione di genere”, Strasburgo chiede di fornire entro il 30 marzo 2024 informazioni dettagliate sui procedimenti per violenza domestica e sessuale e gli ordini di protezione, comprese le violazioni a questi ultimi.
Nonché indicazioni sulle “azioni concretamente intraprese e i progressi tangibili raggiunti” attraverso le misure supplementari previste dal piano nazionale per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti che alimentano la violenza di genere e la discriminazione, che le autorità si sono impegnate ad attuare.
Cosa significa questo? Che i femminicidi non sono un’invenzione delle femministe o di qualche partito politico. Non sono nemmeno un’emergenza inventata, al contrario di altre. Quei numeri dicono molto dello Stato in cui avvengono. Si attendono risposte.
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