All’ispettorato del lavoro, all’Asl e all’Inps di Nuoro stanno vagliando una vicenda spiacevole ma significativa. La racconta il giornalista Giorgio Sbordoni sul sito della Cgil Collettiva e racconta di una ragazza ventenne licenziata dopo essere rimasta incinta. Fin qui, purtroppo, nulla di nuovo rispetto a un Paese che spende grandi parole sulla denatalità ma poi fa scontare alle donne ogni gravidanza.
In questo caso però alla malcapitata lavoratrice è successo che la sua datrice di lavoro (donna) le abbia consegnato un test di gravidanza a fine turno chiedendole di usarlo nei bagni della ditta, con la stessa maldicenza di un test antidoping dopo una gara olimpica. Ad aggiungere disagio sarebbero stati anche due colleghi maschi che hanno assistito all’illegale ordine impartito.
In quel caso il test fu negativo. Volere disporre dei corpi dei propri lavoratori e esercitare un controllo di quel tipo con quelle modalità è un episodio che sembra uscito da un capitolo di Margaret Atwood.
Quando in seguito la ventenne scopre di essere incinta è facilmente immaginabile come si concluda la storia: la ginecologa dispone l’astensione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio per un mese, dal 18 gennaio al 25 febbraio. Il 25 gennaio la giovane si rivolge al patronato Inca Cgil per inviare la comunicazione telematica dello stato di gravidanza all’Inps e alla datrice di lavoro. Il 16 febbraio la lavoratrice segnala al sindacato di non aver ricevuto la mensilità di gennaio. Sollecita il pagamento alla datrice di lavoro che, invece, le comunica, via whatsapp, di averla licenziata per giusta causa, inviandole la comunicazione Unilav.
Secondo gli ultimi dati del Censis l’Italia continua ad essere ultima in classifica per occupazione femminile in Europa: “Il tasso di occupazione dei maschi con figli è pari all’89,3%, quello dei maschi senza figli al 76,7%”, mentre “per le donne senza figli è pari al 66,3% e per quelle con figli al 58,6%. Il divario tra il tasso di occupazione delle donne con figli e quello degli uomini con figli in termini di punti percentuali è pari in Italia a -30,7”.
Chissà che ne pensano al ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità.
Buon venerdì.