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Povero terzo polo (che poi sarebbe il quarto): il primo giorno in cui Matteo Renzi prova a raggranellare qualche voto finisce come al solito per combinare un pasticcio e la coppia Renzi-Calenda si avvita su una pessima figura che li mette nel cassetto dove finiscono i Salvini.
Renzi contro Crisanti sul Covid
La giornata inizia con il solito Salvini che prova a grattare gli intestini dei no vax attaccando il virologo Crisanti, candidato tra le fila del Pd.
Crisanti non si fa pregare e risponde per le rime, ricordando al leader della Lega che “se fossimo stati nelle sue mani ora ci sarebbero 300mila vittime di Covid al posto di 140mila e oggi saremmo allineati con Putin”.
Renzi si infila nella polemica parlando di “una cultura di lockdown illiberale e inutile”. “Se vince la linea del Pd Crisanti dice Renzi – al primo raffreddore finiamo tutti in quarantena”.
Sembra un Salvini qualsiasi. Così viene facile a Letta bastonarlo spiegando che tra i meriti della candidatura di Crisanti c’è che “ognuno dice cosa pensa veramente della più grande tragedia degli ultimi tempi”. Non ha tutti i torti.
Calenda in imbarazzo ci mette una pezza
Renzi tramortito: prova a soccorrerlo il suo alleato Calenda che ricorda al Pd di avere votato tutti i provvedimenti sanitari.
Uno da fuori lo legge e pensa: che c’entra Perché Calenda che si fregia di “stare sempre nel merito” delle discussioni questa volta svicola è d’accordo o no con l’uscita di Renzi?
Non erano loro “il partito della scienza”? Non male questo “polo della serietà”, sembra Gianluigi Paragone senza barba e con la cravatta
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