Le prossime elezioni amministrative a Firenze aprono un nuovo genere letterario: la contraddittoria torsione del centrodestra per provare a prendersi la poltrona da sindaco. Nella città di Macchiavelli che ha già partorito uno dei più noti esponenti di destra – benché al tempo fosse travestito di sinistra – ora per la coalizione dei partiti di centrodestra al governo corre l’ex direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze e storico dell’arte tedesco Eike Schmidt.
Schmidt, candidato per la destra a Firenze, dice che che Meloni è credibile perché “sta muovendo il suo partito verso il centro”
Qui c’è già il primo sorriso: quelli de “prima gli italiani” non hanno trovato un italiano buono da candidare a Palazzo Vecchio dovendo ripiegare su un tedesco. Sembrano così lontani i tempi in cui l’ex consorte della presidente del Consiglio, Andrea Giambruno, si accapigliava contro il ministro tedesco perché secondo lui “la Germania da anni vuole insegnarci a vivere”. Ora, in tempi di magra, va bene anche un crucco come primo cittadino.
Schmidt ieri ha rilasciato un’intervista al settimanale (tedesco) “Der Spiegel” ovviamente sorpreso che un loro concittadino si candidi con partiti che da quelle parti vengono considerati neofascisti. Schmidt ha dovuto giurare di essere antifascista spiegando ai suoi connazionali che “Fratelli d’Italia” sono le “prime parole dell’inno nazionale”, in cui si esprime “l’eredita’ conservatrice, nazionalista del XIX secolo”. Poi il colpo di genio: dice Schmidt che Salvini ha raffreddato i suoi rapporti con i neonazisti e che Meloni è credibile perché “sta muovendo il suo partito verso il centro”. In Germania avranno capito che si tratta di una leader che più si allontana da quello che dice e promette e più diventa credibile. Chissà come ci sono rimasti.
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